befana

Sabato 6 gennaio 2024 alle 17 il Teatro Roberto De Silva di Rho, in piazza Enzo Jannacci 1, ospiterà  il Concerto dell’Epifania con il Corpo Musicale Santa Cecilia di Passirana Milanese, diretto da Luigi Bascapè.

Il programma proposto sarà un viaggio italiano da Rossini a Mascagni, passando tra Puccini, Bellini e Verdi, per  un vero e proprio concentrato di musiche del Melodramma Italiano.

Sul palco ci saranno anche il soprano Lucrezia Drei e il tenore Ugo Tarquini, oltre alla Corale Lirica Ambrosiana diretta da Roberto Ardigò e la Corale Monzese diretta da Filippo Dadone,

Nella giornata che conclude le festività natalizie, Milano ospiterà il Corteo dei Re Magi, che partirà da Piazza Duomo e si snoderà fino alla Basilica di Sant’Eustorgio.

Qui, davanti al presepe vivente, avverrà la tradizionale offerta e, lungo le strade del centro storico, sarà possibile visitare i mercatini dedicati alla Befana e assistere alle esibizioni di martinitt, majorettes e bande musicali.

Il termine Epifania deriva dal greco epipháneia (ἐπιφάνεια) che significa “manifestazione”, “apparizione”, “venuta”, “presenza divina”  con cui si indicava non solo l’episodio dell’Adorazione dei Magi, ma anche quello del Battesimo di Gesù e del Miracolo alle Nozze di Cana, dove si mostra agli uomini la figura di Cristo.

Col passare del tempo, i tre episodi sono stati divisi e il 6 gennaio, dunque, il Vangelo che viene proclamato è quello di Matteo dove i Magi, al loro arrivo a Gerusalemme, per prima cosa, fecero visita a Erode, il re della Giudea, domandando dove fosse il re di cui avevano visto sorgere la stella’. Erode, mostrando di non conoscere la profezia dell’Antico Testamento di Michea, rimase turbato e chiese agli scribi quale fosse il luogo nel quale il Messia sarebbe dovuto nascere, poi inviò i tre  a Betlemme, esortandoli a trovare il bambino e riferire i dettagli del luogo dove trovarlo.

Guidati da una stella i Magi giunsero presso il luogo dove era nato Gesù e gli offrirono oro, incenso e mirra ma, avvertiti in sogno di non ritornare da Erode, fecero ritorno al loro paese per un’altra strada.

Scoperto l’inganno, Erode fece uccidere tutti i bambini di Betlemme di età inferiore ai due anni, evento noto come la Strage degli Innocenti.

Il testo biblico parla solo di alcuni Magi dall’Oriente,  traslitterazione del termine greco magos, riferito specificamente ai re-sacerdoti dello zoroastrismo tipici dell’ultimo periodo dell’impero persiano.

Allora venivano detti magi dai Persiani coloro che gli Ebrei chiamavano scribi, i Greci filosofi e i latini savi e l’aggiunta “dall’Oriente” ne indica l’origine persiana.

Ad identificarli con i nomi di Melchiorre, Baldassarre e Gaspare fu la tradizione cristiana, influenzata da Marco Polo, che al capitolo trenta de Il Milione, scrive: “In Persia è la città ch’è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch’andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son seppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co’ capegli: l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella città de di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re seppelliti anticamente”.

Fin dai tempi delle prime comunità cristiane, ai Magi sono stati associati gli atteggiamenti della ricerca della luce infatti erano sacerdoti, anche se di un’altra religione,  e seguendo la stella trovarono Gesù Bambino e lo riconobbero come l’unico Dio.

Un’interpretazione successiva alla Riforma protestante dice che i re  provenissero da Paesi lontani posti nei tre continenti allora noti (Europa, Asia e Africa), a significare che la missione redentrice di Gesù era rivolta al mondo e per questo motivo sono raffigurati come un bianco, un arabo e un nero.