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A tre anni dalla scomparsa, i Musei Civici di Reggio Emilia celebrano uno dei più noti intellettuali e creativi emiliano con la mostra Giulio Bizzarri.

Arte Divertissement Pubblicità, a cura di Alessandro Gazzotti e Ernesto Tuliozi,  visitabile fino al 17 marzo a Palazzo dei Musei.

Nato a Reggio Emilia nel 1947, Bizzarri divenne famoso come professionista nel campo della comunicazione. Formatosi negli ambienti intellettuali delle neoavanguardie, collaborò con Rosanna Chiessi a fianco di Corrado Costa e degli artisti modenesi, tra cui Franco Guerzoni, con il quale ebbe un sodalizio di amicizia e lavoro duraturo nel tempo.

In ambito pubblicitario fu il direttore creativo negli anni Ottanta nel gruppo BBDO Italia, lavorando per grandi aziende italiane, oltre a varie  esperienze di progettazione di eventi culturali tra le quali celebri la rassegna Porci Comodi, organizzata dal Comune di Reggio Emilia nel 1981, e la mostra e le pubblicazioni di Esplorazioni sulla via Emilia assieme a Luigi Ghirri.

Nel 1989 fu il cofondatore, assieme a Paolo Bettini e Gian Franco Gasparini, dell’Università  del Progetto, per formare abilità  orientate verso le professioni del design, della grafica e della comunicazione e nel 1992 vinse la medaglia d’oro dell’Art Director Club come miglior direttore creativo per una campagna di Aspirina della Bayer.

Dopo la sua scomparsa, un gruppo di intellettuali, amici e familiari che comprende Paolo Barbaro, Enrico Bizzarri, Franco Bonilauri, Michelina Borsari, Nino Castagnoli, Ermanno Cavazzoni, Franco Guerzoni, Mariapia Manghi ha promosso presso il Comune di Reggio Emilia la realizzazione di una mostra che ricostruisse la figura complessa e poliedrica di questo grande creativo.

Infatti Bizzarri ha una sua identità  culturale ben precisa, che la mostra cerca di ricostruire attraversando gli archivi che documentano la sua attività , quella pubblica e, in parte, quella più privata, strumento utilissimo per decifrarne la complessa poetica e si è reso necessario un codice che mettesse ordine alla variegata produzione di Bizzarri: la forma del dizionario.

Si parte dalla B di Giulio Bizzarri, nato in una Reggio immersa nella cultura d’avanguardia dove sviluppa una poetica personale, in parte scaturita dalle sue frequentazioni, in parte da autodidatta, che lo porta a privilegiare scelte di gusto e di affinità  intellettuale senza condizionamenti disciplinari.

Tutto ciò a partire dal suo studio, che non lasciò praticamente mai e che divenne il laboratorio del suo pensiero,  ricostruendo, ritagliando, strappando e smontando nuovi modi di guardare e di ascoltare il mondo.

Organizzata in sezioni, la mostra rimonta alcune voci del catalogo per evidenziare le emergenze più significative dalle sua produzione cercando di ricostruire il suo metodo che, attraverso l’arte  combinatoria e lo scarto surrealista, favorisse una visione sempre rinnovata, e pertanto mai scontata, della realtà  in termini di ricerca, nella pubblicità  e nella comunicazione in ambito culturale cosi come nella didattica.

Il materiale esposto proviene, oltre che dall’archivio degli eredi, da collezioni pubbliche e private.

La mostra è promossa dal Comune di Reggio Emilia con il contributo Art Bonus di IREN S.p.A e Fondazione Manodori, con il sostegno in qualità  di sponsor di Coopservice e di Thedotcompany e la collaborazione di Archivio Storico Barilla.