
Una chiesa in stile barocco, nel cuore della Lomellina, che racconta la semplice fede dei contadini nelle figure dei due santi che hanno dato una svolta alla storia della Chiesa antica….
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Cilavegna venne edificata nel 1775 sui resti di un antico tempio sacro romanico e la sua struttura si basa su un progetto ideato e realizzato dall’architetto Giuseppe Castelli di Alessandria.
Infatti la prima Chiesa Parrocchiale, all’inizio del XVII secolo, era troppo piccola per le celebrazioni locali, per cui si decise nel 1669 di edificare una nuova chiesa, servendosi di una fornace, situata in un campo sulla strada tra Cilavegna e Mortara, usata in precedenza per costruire la chiesa della Madonna del Santo Rosario.
Due anni dopo il Vescovo di Pavia e il Padre Priore di S. Pietro Martire diedero il permesso di iniziare i lavori, sostenendo le spese anche con le elemosine fatte alla Chiesa di Sant’Anna.
I lavori subirono presto un lungo periodo di pausa per gli ostacoli si trovarono davanti gli operai al punto che la chiesa vecchia venne rimessa a nuovo per le messe e agli altari antichi si aggiunsero l’altare di San Giacinto in omaggio ai religiosi domenicani e l’altare delle Sante Reliquie per custodire un cospicuo patrimonio sacro venuto in possesso della Parrocchia.
Il 27 giugno 1729 fu posta la prima pietra della nuova chiesa ed i lavori diretti dal capomastro Giuseppe Barbasso continuarono per tutto l’anno e il 7 ottobre 1731 mancava soltanto la copertura e si decise di procedere alla lavorazione di un cupolino in piombo.
Nel 1736 fu edificata la nuova sacrestia, dopo che fu demolita quella costruita nel 1586, e si lavorava alla costruzione del coro in mezzo al quale si trovava l’altare maggiore in marmo.
La Chiesa nuova, quasi completa, venne visitata il 14 maggio 1764 dal Cardinale Carlo Durini, Vescovo di Pavia, che trovò all’interno l’Altare Maggiore, della natività, di San Giacinto, della Madonna dei Sette Dolori, delle Sante Reliquie, del Suffragio e di San Martino, inoltre vide che la facciata era ancora allo stato rustico, poi fu completata nel 1766 con gli zoccoli in granito e l’intonaco della muratura, mentre la vecchia chiesa fu gradualmente demolita
Nel 1782 il pittore Stefano Bossi decorò la Cappella della Sante Reliquie i fedeli contribuirono, con offerte, all’acquisto dei banchi rendendo possibile, per il Natale, la benedizione della chiesa impartita dal Parroco Muzzani, Vicario di Gambolò.
All’interno la chiesa ha una pianta con una sola grande navata distinta in tre campate a piante curvilinea che, con un sapiente gioco di archi a cassettone posti su due slanciate colonne, contribuiscono a dar equilibrio al già sobrio stile barocco che domina in tutta la chiesa. Imponente e raffinato si erge l’Altare Maggiore con le sue linee eleganti ed i pregiati marmi.