È Fabio Mauri il protagonista del quinto appuntamento di Solo, il ciclo nelle sale al secondo piano del Museo Novecento di Firenze per un ritratto di grandi artisti del ventesimo e ventunesimo secolo.

La mostra, curata da Giovanni Iovane e dal direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti e aperta fino al 30 aprile, è dedicata a un esponente delle neoavanguardie del secondo Novecento che ha indagato a lungo i percorsi delle ideologie e le loro ripercussioni nella società dagli esordi negli anni Cinquanta, attorno ai giovani artisti di Piazza del Popolo a Roma, sino agli inizi degli anni Duemila.

L’analisi del Potere e della sua estetica ha portato Mauri a interrogarsi sul ruolo del male nella storia dell’umanità, sui meccanismi della violenza e dell’omologazione mettendo a nudo le dinamiche oppressive e discriminanti e l’esaltazione di valori identitari e superomistici.

L’esposizione al Museo Novecento si apre con uno dei celebri Schermi, caratterizzati dall’impiego di superfici bianche atte a proiettare e restituire immagini e frasi dove Mauri rielabora il concetto di disegno come forma intimamente legata alla scrittura e al monocromo.

Il percorso espositivo comprende la serie pressoché inedita dell’Apocalisse degli anni Ottanta e i Dramophone, in cui l’immagine del disco richiama il tema della predestinazione del destino.

La riflessione sul linguaggio come strumento per ridefinire lo spazio ritorna nella linea di orizzonte creata dagli scatti di Linguaggio è guerra (1974) tra immagini tratte da riviste illustrate che invitano a soffermarsi sul valore del linguaggio come arma.

Fabio Mauri nacque a Roma nel 1926 e la sua attività comprese teatro, performance, installazione, pittura, teoria, insegnamento, come elementi di un unico luogo espressivo.

Nel 1979 gli fu offerta la cattedra di Estetica della Sperimentazione all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, dove insegnò fino al 2001.

Opera nelle file dell’avanguardia italiana dal 1954 e i suoi primi monocromi e Schermi risalgono al 1957, poi fa una prima grande performance, Che cosa è il fascismo, a Roma (1971), che ripeterà alla Biennale di Venezia e a New York, poi Natura e Cultura, Oscuramento e Muro d’Europa a De Appel di Amsterdam.

Nel 1974 fu invitato nuovamente alla Biennale di Venezia, dove era presente anche nel 1978 con l’installazione I numeri malefici, nel 1993 dove realizzò il Muro Occidentale o del Pianto e nel 2013 con la performance Ideologia e Natura del 1973 e Che cosa è la filosofia. Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo nel 1989 per il Centro Multimediale Quarto di S. Giusta, L’Aquila.

Una sua retrospettiva fu presentata nel 1997 alla Kunsthalle di Klagenfurt. Nel 1999 è in Minimalia: da Balla a … al P.S.1 di New York e l’’ultima venne allestita nel 2003 a Le Fresnoy, Studio National des Arts Contemporains, Lille.

Nel 2009 ci fu il suo ultimo lavoro Fabio Mauri etc alla Galleria Michela Rizzo di Venezia prima della morte avvenuta, dopo una lunga malattia, nel maggio dello stesso anno.

Orari: Lun – Mar – Mer – Ven – Sab – Dom | 11:00 – 19:00 Giovedì | 11:00 – 14:00. Dal 1° aprile Lun – Mar – Mer – Sab – Dom | 11:00 – 20:00 Giovedì| 11:00 – 14:00 Venerdì | 11:00 – 23:00. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.

Biglietto: Intero € 9,50, Ridotto € 4,50, Fino a 18 anni gratuito.