8 89545 suddenly he saw a great big dog approaching

A Valdocco, lungo la scala che porta alle camerette di don Bosco, un grande quadro raffigura un pastore tedesco che tiene una zampa e la faccia appoggiate contro la tonaca del santo piemontese, come se volesse impedirgli di uscire, mentre Mamma Margherita, indicando il cane, si rivolge al figlio.

Nella storia di don Bosco c’è anche, infatti, un cane misterioso, noto come il Grigio, ma il legame del santo con i cani risale a quando era ancora studente a Chieri, dove strinse una vera amicizia con il cane di suo fratello Giuseppe, che era mezzadro a Sussambrino.

Verso il 1850, don Bosco fu vittima di frequenti aggressioni e per raggiungere l’oratorio, dopo aver oltrepassato il manicomio, doveva attraversare una striscia di terreno abbandonato invaso da cespugli e un bosco di acacie.

In una sera particolarmente buia, mentre tornava a casa solo, non senza una certa apprensione, don Bosco vide un grosso cane, che non manifestava alcun atteggiamento ostile.

Allora don Bosco lo accarezzò, il cane gli fece le feste e lo accompagnò fino all’oratorio; poi scomparve.

Questo fatto si ripeté più volte e nel novembre del 1854, in una notte nebbiosa, lungo la strada che conduce dalla basilica della Consolata all’ospedale Cottolengo, don Bosco vide che due uomini che procedevano davanti a lui rallentavano o acceleravano il passo in base alla sua andatura, al punto che passò sull’altro marciapiede e anche i due uomini si spostarono.

Era troppo tardi per il sacerdote per cambiare strada e i due loschi individui lo aggredirono e lo avvolsero in un mantello.

A quel punto comparve il Grigio, che abbaiò, fece perdere l’equilibrio a uno degli uomini spingendolo con le zampe e saltò alla gola dell’altro.

Gli aggressori, terrorizzati, pregarono don Bosco di trattenere il cane, così il santo richiamò l’animale, che continuava ad abbaiare, e corse fino al Cottolengo, dove era al sicuro.

Un giorno in cui l’animale si avventurò nell’oratorio, alcuni giovani, spaventati, cercarono di cacciarlo tirandogli sassi ma Giuseppe Bozzetti disse “Non maltrattatelo: è il cane di don Bosco”. Anche Giovanni Cagliero testimoniò di aver visto il cane in una sera d’inverno.

Una sera, Mamma Margherita cercò di dissuadere il figlio dall’idea di uscire, ma don Bosco era deciso ad avviarsi facendosi accompagnare da alcuni ragazzi.

Il Grigio era sdraiato davanti alla porta e non sembrava intenzionato a spostarsi e don Bosco gli ordinò “Alzati e vieni anche tu con noi”, ma il cane rifiutò di lasciare il suo posto.

Don Bosco tentò due volte di scavalcarlo, ma il Grigio gli impedì e Mamma Margherita commentò: «Se non vuoi ascoltare me, ascolta almeno il cane».

In seguito si venne a sapere che quella sera don Bosco era seguito da alcuni uomini che erano decisi ad assassinarlo.

Don Bosco disse di aver visto il Grigio per l’ultima volta nel 1866 sulla strada che conduceva a Moncucco, verso la fattoria Moglia, dove voleva salutare il fattore che in passato l’aveva accolto come garzone.

Il Grigio era chiuso in una stanza, per evitare che i cani da guardia della fattoria lo attaccassero ma, quando qualcuno gli portò da mangiare, era misteriosamente scomparso.

Anche alcune suore dissero di essere state protette dal Grigio, in particolare nel 1893 mentre due suore salesiane tornavano da Assisi a Cannara, nel 1930 a Barranquilla, in Colombia, mentre le Figlie di Maria Ausiliatrice stavano edificando la loro scuola e tra il 1898 e il 1900 in Francia, alla Navarre, mentre delle suore si recavano nel bosco per la raccolta delle castagne.