Il Museo Nazionale del Risorgimento a Torino, fino all’8 gennaio 2023, festeggia il 140° anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi con una mostra dedicata alla narrazione e al mito che si è sviluppato intorno all’Eroe dei due mondi, nato a metà dell’Ottocento e la cui influenza si è propagata fino ai giorni nostri.
Hero è il racconto della storia di un uomo straordinario e delle tracce che ha lasciato nelle decine di paesi in cui ha vissuto e combattuto e la mostra, curata dal direttore del Museo Nazionale del Risorgimento Ferruccio Martinotti, vuole raccontare, attraverso l’esposizione di oltre 300 oggetti provenienti da tutto il mondo, la sua dimensione di eroe.
La chiave di lettura è la storicizzazione dell’immagine dell’eroe e del suo utilizzo nel corso del tempo, con particolare evidenza dei tre momenti più noti, la visita a Londra del 1864 che ne sancì lo status di Mito vivente; la morte, dalla quale si generò il Culto e infine il Novecento, per intersecarsi con il viaggio compiuto da Garibaldi nella sua vita, attraverso un percorso che ha toccato i continenti e lo ha consacrato come Eroe dei due mondi.
Durante la visita nel 1864 in Inghilterra, a Londra, Garibaldi fu accolto da imponenti manifestazioni d’affetto e diventa un vero e proprio eroe, celebrato dai giornali.
È qui che la sua figura divenne icona , replicata su dipinti e oggetti di uso quotidiano, diventando un ideale anche estetico.
Il suo volto e le sue gesta si ritrovano ancora oggi su coperchi per teiere, piatti, spille, fermagli, rasoi, salvadanai, vasi, porta-pastiglie e scatole per i bonbon, oltre alla produzione delle famose statuine di ceramica Staffordshire che proponevano modelli di Garibaldi in varie pose e dimensioni, decorate con colori a smalto e invetriate, che trovarono un posto sui camini dei salotti inglesi e poi di tutta Europa.
La sua figura fu celebrata anche dalle emissioni filateliche in moltissimi paesi, dagli Stati Uniti all’Unione Sovietica, dal Brasile all’Ungheria, e da articoli da fumo, tanto che un famoso sigaro prese il suo nome.
La popolarità del personaggio determinò la corsa ad appropriarsi della sua immagine pure da parte dell’industria pubblicitaria, a partire dai primi anni del Novecento sulle famose figurine Liebig, mentre alla fine degli anni Cinquanta la Ferrero pubblicò l’intera Epopea Garibaldina a figurine e la Lavazza celebrò le sue gesta in occasione del centenario dell’Unità d’Italia e in pubblicità d’autore come la famosa campagna Ferrarelle firmata dalla famiglia Testa.
La vita di Garibaldi non poteva non far parte nell’immaginario di celluloide, come testimoniano manifesti e locandine, nel 1934 uscì 1860, capolavoro di Alessandro Blasetti, mentre ci furono nell’immediato dopoguerra La cavalcata di eroi (1950) di Mario Costa e Camicie rosse (1952) di Goffredo Alessandrini e Francesco Rosi, con Anna Magnani interprete di Anita.
Un posto centrale nella mostra è dedicato al Panorama Garibaldi, un rarissimo esempio giunto fino ad oggi dei un panorama mobile, uno dei più popolari spettacoli itineranti dell’Ottocento, creato a Nottingham, in Inghilterra e digitalizzato a cura della Brown University di Providence.
Garibaldi fu anche inserito come personaggio popolare nei fotoromanzi pubblicati dalla rivista degli anni 50 Le grandi firme e ispirò canzoni come quelle di Sergio Caputo o degli Statuto, sconfinando oltre oceano con l’album Garibaldi Guard degli US Bombs e la sua vita avventurosa, nel corso di un secolo e mezzo, fu trasformata in storie a fumetti o divenne il protagonista di giochi da tavolo, battaglie di soldatini, album di figurine e copertine di svariati quaderni scolastici.