GIOCHI PREZISI NAMING LIGUORI

Nel cuore della Brianza c’è una multinazionale dei giochi, che oggi primeggia nel mondo con nomi come Hasbro, Mattel e Lego…

La storia di Giochi Preziosi è legata a doppio filo a quella del suo fondatore Enrico Preziosi che,  ancora sedicenne, scappò di casa, da Avellino, per cercare fortuna.

Enrico trovò lavoro prima in Calabria e poi, coi primi risparmi, riuscì ad acquistare il biglietto del treno per Milano a metà degli anni Sessanta.

Tra lavori occasionali, un lungo periodo come rivenditore di elettrodomestici Enrico mise le premesse che gli diedero l’esperienza necessaria per diventare, intorno ai trent’anni, un punto di riferimento nel settore dei giocattoli.

La prima sede della Giochi Preziosi fu il garage della casa di Enrico, a Baruccana di Seveso dato che, dopo aver perso tutti i soldi della sua liquidazione in un investimento rivelatosi fallimentare, puntò agli ambulanti rivendendogli i giocattoli acquistati dai produttori.

Il pagamento avveniva in contanti, che a Preziosi servirono per riottenere la fiducia della banca che acconsenti ad aprirgli un fido, ciò gli permise di investire al punto di poter contare, nel giro di quattro anni, su un magazzino di 800 metri quadrati e ben 25 dipendenti.

Fino alla fine degli anni Ottanta i giocattoli della Giochi Preziosi erano importati in grandi quantità da Hong Kong e rivenduti ai dettaglianti lombardi, poi si decise di accorciare la filiera e aprire la prima catena di negozi dove rivendere direttamente i giocattoli.

Quei negozi, noti come Giocheria, divennero un mondo incantato per i bimbi di quegli anni, grazie anche alla pubblicità massiccia che il gruppo fece, specialmente sulle reti Mediaset.

Grazie all’amicizia con Silvio Berlusconi Enrico aveva un investimento stimato intorno ai 35 miliardi di euro l’anno sui canali del biscione, tra acquisizioni importanti e accentramento di diverse funzioni nella catena di distribuzione, produzione e rivendita anche all’estero, come parte di un successo inarrestabile.

Con gli anni Novanta, in cui il fatturato aziendale arrivò a 500 miliardi di lire, si concentrarono  le principali acquisizioni e la produzione di giocattoli, inoltre fu assorbita l’azienda Sebino, famosa per i imbattibile bambolotto che piange davvero, Cicciobello, oggi uno dei marchi più noti ed amati di proprietà di Giochi Preziosi.

Inoltre fu acquistata anche GiG, altro punto di riferimento per i bimbi nati a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, mentre una  sede di produzione fu aperta direttamente a Hong Kong, in questo modo accorciando ulteriormente i passaggi intermedi tra i coinvolti in fase di progettazione, realizzazione e distribuzione dei giocattoli.

Oggi la Giochi Preziosi comprende decine di imprese dedite al settore dei giocattoli, come un parte di un classico dell’imprenditoria italiana ormai leggendario.