Il 15 agosto 1815, in una cascina tra le colline del Monferrato, nacque San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani e uno dei santi più amati del Piemonte, che proprio in quei luoghi strinse delle amicizie che durarono tutta una vita, come nel caso della famiglia Moglia…
Fu dalla cascina dei Becchi, in una mattina del febbraio 1827, che il piccolo Giovanni si avviò verso la cascina Moglia, abbandonando la sua casa a 11 anni, incamminandosi per la strada che portava a Morialdo.
Giovanni era desideroso di studiare per diventare sacerdote, e una sera il fratello Antonio, che non vedeva di buon occhio la sua scelta, gli diede un ceffone sotto gli occhi di mamma Margherita.
La mattina dopo, Margherita disse a Giovanni «È meglio che tu vada via di casa» e il bambino disse «E dove vado?»
Margherita, alla domanda di Giovanni, rispose con «Alla cascina Moglia, vicino a Moncucco. Cerca del signor Luigi. Ti prenderà come garzone»
Arrivato alla cascina Moglia, Giovanni si mise a lavorare con impegno, e si dimostrò volenteroso e obbediente nel badare alla stalla, dove doveva rifare ogni mattina il letto di paglia fresca alle mucche, portando via il letame con il tridente e la carriola, poi si passava allo strigliare gli animali, portarli all’abbeveratoio, salire sul fienile e gettare nelle mangiatoie il fieno per la giornata, mungere il latte.
Anche quando doveva pregare, ogni sera, Giovanni si dimostrò un bravo ragazzo, e la signora Dorotea lo invitò spesso a guidare la recita del Rosario.
Per dormire, i Moglia diedero al giovane Bosco una stanzina e un letto e li, dopo le prime sere, Giovanni decise di accendersi una candela, e a leggere per un’oretta uno dei libri che don Lacqua, il parroco di Morialdo, gli aveva prestato.
Alla sera del sabato, il bambino domandò al padrone il permesso di andare la mattina dopo per tempo a Moncucco, poi tornò per la colazione, e alle dieci accompagno il signor Luigi e tutta la famiglia alla Messa.
Siccome anche nei sabati seguenti Giovanni chiese quel permesso, Dorotea decise di vedere dove andava il ragazzo, così si recò a Moncucco prima dell’alba, e dalla casa di un’amica notò il bambino entrare in chiesa, poi lo vide accostarsi al confessionale del parroco, ascoltare la prima Messa e fare la Comunione.
Ma la permanenza di Giovanni alla cascina dei Moglia era un problema per mamma Margherita, che si sfogò probabilmente con il fratello Michele, che verso lo scadere dei contratti rurali, previsto per l’11 novembre, 1829, andò a parlare con il nipote e disse “Allora, Giovanni, sei contento di stare qui o no?” e il bambino rispose “No. Mi trattano bene, ma io voglio studiare. Gli anni passano, ne ho già compiuti quattordici, e sono sempre allo stesso punto”.
A quelle parole, Michele disse “Allora riporta le bestie nella stalla e torna ai Becchi. Io parlo con i tuoi padroni, poi devo andare al mercato di Chieri. Ma questa sera passo a casa tua e aggiustiamo tutto”
Quella sera di novembre Giovanni rifece il suo fagotto, poi salutò la signora Dorotea, il signor Stefano, le figlie Teresa e Anna e il nonno Giuseppe, infine tornò ai Becchi da mamma Margherita.
I Moglia erano diventati grandi amici di Giovanni Bosco e lo sarebbero stati per tutta la vita, infatti spesso, dopo essere diventato prete, il santo portava nella loro cascina i suoi ragazzi durante le passeggiate autunnali nel Monferrato.