Torna ad Aosta la Millenaria, la grande Fiera di Sant’Orso che animerà il 30 e 31 gennaio la città e il suo centro storico.
Si tratta di un evento dalle origini legato al Medioevo, che aveva luogo attorno alla Collegiata di Sant’Orso, dove il Santo donava ai più poveri indumenti e sabot, le calzature in legno tipiche della zona che vengono vendute anche oggi.
Col tempo la Fiera si è trasformata in una manifestazione sulla storia e sulle tradizioni valdostane grazie alla presenza di artigiani e aziende locali che espongono prodotti in legno, ma anche in pietra, tessuto, cuoio, ferro e rame finemente lavorati e trasformati in arredi, sculture, souvenir e capi d’abbigliamento unici, frutto della maestria degli artigiani della Valle d’Aosta.
La Fiera si svolge all’aperto lungo le vie del centro storico di Aosta, per una vetrina di mille artigiani che scendono dalle vallate quando è ancora notte per preparare i loro banchetti.
A questi si aggiungono due spazi dedicati alle imprese artigiane e alle aziende agroalimentari valdostano che restano aperte anche oltre la Fiera, come l’Atelier des Métiers in piazza Chanoux e il Padiglione enogastronomico in piazza Plouves.
L’Atelier ospita 81 professionisti dell’artigianato con le loro creazioni, dove è possibile trovare di tutto, da oggetti ornamentali e torniti fino ad arrivare a complementi d’arredo per intere stanze e abitazioni.
Negli stand delle 71 aziende agricole è possibile gustare i piatti caratteristici della regione, dai formaggi ai salumi, dai prodotti dolciari agli immancabili vini e liquori locali.
Lo street food, nell’area del Teatro Romano, proporrà nei due giorni piatti da asporto, preparati con prodotti valdostani di eccellenza, proposti da alcune aziende valdostane.
La Fiera di Sant’Orso non è solo un’occasione per fare acquisti e degustare i prodotti della Valle d’Aosta, ma anche un momento di condivisione, tra esibizioni dal vivo, musica, folklore e rievocazioni di antichi mestieri, che inizia alle prime luci dell’alba, quando gli artigiani partono dalle valli circostanti e raggiungono le vie centrali della città per allestire gli stand e arriva fino al tramonto, quando inizia la cosiddetta Veillà, veglia nel dialetto valdostano.
Quest’usanza rievoca le notti trascorse dalle famiglie nelle stalle all’insegna della compagnia, dei giochi e del buonumore, , tra esibizioni di gruppi folkloristici, cori improvvisati in strada e la visita alle crotte, tipiche cantine aperte per l’occasione dai residenti per vivere momenti di convivialità, accompagnati da un bicchiere di vin brûlé.