La National Portrait Gallery di Washington presenta, fino al 20 maggio, la mostra online Every Eye is Upon Me: First Ladies of the United States con i ritratti delle mogli dei presidenti, tutte donne riservate, engagé, raffinate, colte, sempre con un modo differente di utilizzare il proprio status per influenzare il discorso politico e sociale.
Il titolo riprende una frase scritta dalla ventunenne Julia Gardiner Tyler, seconda moglie del presidente John Tyler, in una lettera a sua madre nel 1844, «Siamo sempre, costantemente, sotto i riflettori» annotava con sorpresa, le first ladies sono le prime donne d’America, le più ammirate, le più seguite e influenti.
La storica Gwendolyn DuBois Shaw, curatrice della mostra, ha seguito l’evoluzione politica e stilistica di queste donne con lo scopo di misurarne l’impatto, oltre a recuperare una mantella di pizzo appartenuta a Mary Todd Lincoln nel 1857, tra le first ladies più spendaccione della storia, che ordinava quindici abiti per volta dalla sua modista, Elizabeth Keckley, una donna che si era riscattata dalla schiavitù.
Non tutte le cinquantasette signore alla Casa Bianca sono state first ladies, alcuni tra i quarantacinque presidenti erano vedovi o celibi e si sono fatti aiutare da figlie o sorelle, infatti Thomas Jefferson era sostenuto dalla figlia Martha, detta Patsy ed Ellen Louise Axson, moglie di Woodrow Wilson, premio Nobel per la pace nel 1919, morì proprio alla Casa Bianca.
Dolley Madison nel 1817 diede il via, ad esempio, al ballo inaugurale e Helen Nellie Taft nel 1909 riempì di ciliegi giapponesi Pennsylvania Avenue, la via che collega la Casa Bianca al resto della città e Lady Bird Johnson negli anni Sessante fu la prima ad avere un ufficio stampa.
Eleanor Roosevelt, negli anni tra le due guerre, è stata forse la first lady più impegnata di sempre con i suoi look Dior e diceva nel 1953 che “Ike era la sua carriera”, poi con gli anni le first ladies sono diventate le più fidate consigliere dei mariti.
Nancy Reagan fece licenziare dal marito il segretario del Tesoro, Donald Regan e al suo posto arrivò Howard Baker, uomo della vecchia guardia di Washington, grazie al quale Ronald Reagan divenne il paladino della distensione nucleare.
Hillary Clinton provò a mettere a punto la prima grande riforma sanitaria americana e non solo resistette all’impeachment del marito per lo scandalo di Monica Lewinski, e divenne senatrice di New York mentre era ancora alla Casa Bianca.
L’icona resta però Jacqueline Kennedy, di cui la mostra espone un tailleur nero e che , non potendo vestirsi con i nomi della moda francese, faceva realizzare modelli identici da Chez Ninon a New York, una boutique autorizzata dalle maison che mandavano tessuti e schizzi da Parigi, come il tailleur rosa indossato nel giorno dell’assassinio di John Kennedy a Dallas, il 22 novembre 1963.