Dal 5 maggio è visitabile, presso la Scuderia Grande della Reggia di Venaria, la Carrozza di Napoleone, grazie agli accurati interventi di restauro del Centro Conservazione e Restauro la Venaria Reale.
La carrozza esposta nella reggia dei Savoia non era mai stata oggetto di uno studio scientifico strutturato che ora ha fatto scoperte interessanti e fornito numerose informazioni inedite sulle vicende storiche del mezzo, realizzato a Parigi intorno al 1805 da Jean-Ernest-Auguste Getting, carrozziere parigino attivo per Napoleone e la sua corte, che ideò anche la berlina usata nel 1804 per l’incoronazione imperiale a Parigi.
Tra 1803 e 1815 Getting costruì almeno quindici carrozze di diverso genere per l’imperatore, fra cui cinque di gala.
Portata da Parigi in Italia, secondo alcuni questa carrozza sarebbe stata compresa nella rievocazione della battaglia di Marengo del 5 maggio 1805 e nel corteo per l’incoronazione a Milano di Napoleone re d’Italia del 26 maggio.
Per altri, invece, fu realizzata per il matrimonio dell’imperatore con Maria Luigia d’Austria, celebrato a Parigi il 1° e il 2 aprile 1810, ma quest’ipotesi, tuttavia, appare meno probabile e non spiegherebbe la sua presenza in Italia.
Dopo il 1815 la berlina era in possesso di Maria Luigia, ormai duchessa di Parma, che tolse simboli e armi napoleoniche e vi fece apporre il suo stemma.
Intorno al 1845 la carrozza fu acquistata dal farmacista di Alessandria Giovanni Antonio Delavo, che stava allestendo in una villa di sua proprietà il museo napoleonico di Marengo, per cui acquistò cimeli da tutta Italia.
Esposta a Marengo per circa un secolo, dopo diversi passaggi di proprietà e vicissitudini al limite della leggenda, dal 1955 la carrozza è parte del patrimonio della Fondazione Ordine Mauriziano, Palazzina di Caccia di Stupinigi, dove tornerà fra un paio di anni circa.
La Palazzina di Caccia, trionfo dell’architettura juvarriana e della dinastia sabauda, fu accuratamente scelta dall’Imperatore come sua dimora in Piemonte, come testimonia la documentazione e la dotazione economica di 300.000 franchi.
Il restauro è partito coinvolgendo un team di restauratori di arredi lignei, manufatti tessili e metallici, diagnosti e storici dell’arte e le fonti archivistiche e l’ampia bibliografia sulla carrozza riportavano l’indicazione di una stratificazione degli stemmi presenti sulle due portiere, sul fronte e sul retro dell’opera marchiata dal carrozziere Getting, come si è notato in diversi punti della struttura.