E finalmente si può tornare a visitare una mostra, e che mostra!
L’arte, che mancava da tanto, da troppo, si presenta con un’iniziativa di altissimo livello al MAGA, una carrellata di opere imperdibili, un’emozione da vivere…
Impressionisti. Alle origini della modernità è la mostra in programma al Museo MAGA di Gallarate fino al gennaio 2022 ricca di 180 opere dei maggiori esponenti della pittura francese e italiana del Secondo Ottocento, da Gericault a Courbet, da Manet a Renoir, da Monet a Cézanne a Gauguin, a Boldini e De Nittis, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e francesi.
L’esposizione, attraverso dipinti, disegni, acquarelli, incisioni e sculture, è un viaggio nella trasformazioni della cultura visiva europea nella seconda metà del XIX secolo, che spazia dal Realismo, all’Impressionismo e al Post-Impressionismo.
Tutta la visita si divide, attraverso le opere degli artisti che hanno esposto nelle otto mostre ufficiali dell’impressionismo dal 1874 al 1886, sezioni scandite dai titoli di capolavori letterari di fine Ottocento, in cui le opere dialogano con le arti applicate, la moda, la musica e la letteratura.
La prima, intitolata Correspondances come la poesia di Les Fleurs du mal di Charles Baudelaire del 1857, propone i capolavori di Gustave Courbet, Claude Monet e Alfred Sisley, oltre a presentare le opere di artisti meno noti ma di grande importanza per la rivoluzione impressionista.
L’anima naturalista di Émile Zola e del Le Ventre de Paris, stimolò uno sguardo disincantato e diretto sulla violenza e la durezza della vita urbana e rurale, come nelle opere La barricade, 1871 di Éduard Manet o ne La faneuse, 1890 di Camille Pissarro.
La sezione La Comedie Humaine, un nome che omaggia la raccolta di scritti di Honoré de Balzac, e su ritrarre i compagni di pittura e critici, poeti, amici di tutti i giorni, in una corrispondenza di sensi e di emozioni che conduce nell’atmosfera di quegli anni, con una serie di ritratti tra cui quello di Bracquemond realizzato da Édouard Manet, quello di Wagner eseguito da Pierre-Auguste Renoir, ritratto a sua volta da Pierre Bonnard.
À Rebours, il romanzo di Joris-Karl Huysmans, modellò le ricerche di artisti quali Paul Cezanne o Paul Gauguin che si allontanarono dalla lezione impressionista per seguire percorsi autonomi che anticiperanno la nascita delle avanguardie.
Il percorso espositivo vede poi artisti quali Auguste Renoir, Berthe Morisot, Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini e Federico Zandomeneghi, capaci di rappresentare quella che Baudelaire definiva La Vie Moderne.
Le opere in mostra sono accompagnate da abiti da cerimonia originali di fine Ottocento, già di proprietà della regina di Portogallo e di nobildonne francesi, e da vetri Art Nouveau che testimoniano la moda e la modernità della Parigi fin-de-siècle.
Durante tutto il periodo di apertura saranno organizzate attività di approfondimento, in presenza e online, attraverso un ricco programma di appuntamenti.
Tra queste, si segnala quella, organizzata dal MAGA e da Ricola, sabato 19 giugno, che vedrà il pianista Bruno Canino e la violinista Alessandra Sonia Romano eseguire musiche di Claude Debussy, Maurice Ravel, Pablo de Sarasate e Gabriel Fauré.