borsari

Il Museo del Novecento di Milano presenta dal 10 settembre al 13 febbraio 2022, la mostra Anna Valeria Borsari. Da qualche punto incerto, a cura di Giorgio Zanchetti e Iolanda Ratti con Giulia Kimberly Colombo, che racconta il lavoro dell’artista bolognese dalla fine degli anni Sessanta a oggi, attraverso la scultura, il medium fotografico, l’installazione e l’intervento nello spazio.

Ispirata ai suoi studi di linguistica e filosofia del linguaggio e nata al di fuori dei circuiti tradizionali, Anna Valeria Borsari è partita dalla sua soggettività per entrare in rapporto con l’osservatore e con l’ambiente che circonda l’opera, esponendolo alle influenze di una serie di agenti esterni.

Da qualche punto incerto mette in evidenza come la sperimentazione dell’artista sia stata anticipatrice di alcune esperienze degli artisti delle generazioni successive, offrendo una panoramica a tutto tondo della sua pratica concettuale.

Una nuova installazione prodotta per l’occasione è presentata all’interno del percorso espositivo, che segue le principali tematiche e linee di ricerca che la Borsari ha approfondito tra opere distanti per datazione e tecnica, ma concettualmente affini.

Partendo dagli anni Settanta, nella prima sala è evidenziato il passaggio dalle serie fotografiche a un campo più ampio di tecniche, come pittura, installazioni e interventi, al limite tra realtà e finzione. Se in questo caso il tentativo è quello di esprimere l’accettazione e l’elaborazione della perdita dell’identità soggettiva nell’altro, il 1977 vide per l’artista un’ulteriore apertura a contributi e interferenze esterne con il pubblico, inconsapevole di assistere a un gesto artistico, l’ambiente naturale e urbano e gli oggetti quotidiani ricontestualizzati che diventano parte dell’opera, alterando l’intervento stesso dell’artista.

In questo ampio campo di possibilità e partecipazione, la Borsari rinuncia al ruolo di unica artefice dell’opera.

Nella Sala degli Archivi sono declinati i punti nevralgici della sua pratica artistica: la memoria, la trasformazione, la relazione e il luogo, con due installazioni per restituire un ritratto più recente dell’artista e della sua posizione nei confronti del pubblico e della società.

Lotteria è la ricostruzione di un’installazione del 2000, composta di oggetti e ricordi personali, che nella versione originale era dispersa tramite una pesca di beneficenza, mentre un’indagine sulla posizione dell’artista si trova in Da remoto, il nuovo lavoro concepito per questa mostra, ricca di materiali come inviti, fotografie e pubblicazioni.

Il Museo del Novecento conferma con questo progetto la propria vocazione nell’ambito della ricerca storico artistica, per presentare al grande pubblico la figura di un’artista interessante, approfondendo al tempo stesso il Novecento a partire dagli anni Settanta, nel suo ruolo di culla delle sperimentazioni mediali, dalla pittura alle immagini in movimento.