Uno dei capi indiani più noti e amati di sempre…
Capo Giuseppe, nato in Oregon il 3 marzo 1840, fu noto anche come Giuseppe il Giovane, in realtà si chiamava Hinmaton Yalaktit, cioè Tuono che rotola dalla montagna, era il primogenito di Tuekakas, che si era convertito al Cristianesimo nel 1838, battezzato con il nome di Giuseppe.
Giuseppe il Vecchio aveva concluso con gli Stati Uniti un trattato che istituiva una riserva in Oregon e Idaho per le tribù dei Nasi Forati, Cayuse, Walla Walla e Umatilla.
In seguito però, sotto la spinta dei cercatori d’oro dal 1860, il governo decise di confinare ulteriormente i nativi in una più angusta riserva dell’Idaho.
Giuseppe il Vecchio rifiutò di addivenire a un secondo trattato del 1863, e alla sua morte nel 1871 il figlio, che assunse il nome cristiano del padre, divenne il capo dei popolo dei Nasi Forati gestendo i difficili rapporti con gli Stati Uniti.
Da allora Capo Giuseppe, che con altri capi disponeva di un esercito di 200 uomini, resistette all’imposizione di trasferirsi in Idaho dalla nativa valle del fiume Wallowa ma, da buon sostenitore della pace, rifiutò di partecipare a una serie di spedizioni contro i bianchi.
La sua politica inizialmente ebbe successo ma quando, nel 1873, un’ordinanza federale dispose l’evacuazione dei coloni, la situazione peggiorò notevolmente.
Nel 1877 la cavalleria agli ordini del generale Howard forzò finalmente la resistenza attaccando i Nasi Forati e, di fronte alla minaccia, Giuseppe capì che continuare a resistere non aveva senso.
Il grande capo condusse la sua gente, attraverso un’estenuante marcia di 2.740 km, dalle Montagne Blu dell’Oregon ai monti Bear Paw del Montana settentrionale, incalzato dai soldati statunitensi lanciati all’inseguimento.
Nel corso della ritirata i nativi si trovarono ad affrontare l’esercito, tenendo testa ai generali Howard e Miles e ai colonnelli Gibbon e Sturgis in quella che divenne nota come la guerra dei Nasi Forati.
Giuseppe contava di sconfinare in Canada per godere della protezione di Toro Seduto, ma il 30 settembre 1877 ci fu la decisiva battaglia dei Bear Paw dove, respinto in un primo momento il generale Miles, i nativi soccombettero all’arrivo dell’artiglieria.
L’ultima resistenza, in condizioni meteorologiche estreme, permise però ad alcuni dei Nasi Forati di varcare il confine.
Capo Giuseppe si arrese con la promessa di poter tornare alle riserve d’origine, che i Nasi Forati avevano lasciato durante la lunga marcia.
Ma la promessa non fu rispettata, infatti il coraggioso guerriero e i suoi furono deportati nell’Oklahoma.
Lontano dalle sue terre, Capo Giuseppe morì il 21 settembre 1904 nella riserva di Fort Colville, nello stato di Washington ed è sepolto nel Nez Perce Cemetery a Nespelem.