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Sede del Museo di Storia Naturale a Milano, Palazzo Dugnani fino a febbraio 2022 ospita un progetto speciale legato al tema del cambiamento climatico.

Planet. Il mondo, l’emergenza climatica, le soluzioni è il titolo della mostra che propone una serie di fotografie di grandi artisti, come Sebastiao Salgado, Frans Lanting e Paolo Pellegrin, che hanno immortalato situazioni e luoghi del mondo interessate dai grandi cambiamenti climatici.

Le immagini vengono commentate da studenti o ricercatori universitari che hanno acquisito le competenze per potersi nel 2050 farsi carico di aiutare un pianeta profondamente trasformato.

Il Museo di Storia Naturale, il più antico museo civico milanese, è il centro delle attività del Giardino delle Scienze, che comprende due grandi laboratori didattici e il Civico Planetario Ulrico Hoepli.

Questo grande complesso venne fondato nel 1838 con la donazione delle collezioni naturalistiche di Giuseppe De Cristoforis e Giorgio Jan, poi l’ampliamento delle collezioni impone due traslochi nell’arco di poco più di cinquant’anni, il primo, avvenuto nel 1863, con il trasferimento del Museo a Palazzo Dugnani, nell’attuale via Manin, mentre il secondo e definitivo avviene tra la fine del secolo e i primi anni del Novecento.

Tra il 1895 e il 1896 il Museo fu il cointestatario delle riviste della Società Italiana di Scienze Naturali, istituzione ospitata presso il Museo, dotandosi così di testate per la pubblicazione e la diffusione dei risultati delle ricerche svolte all’interno dell’Istituto.

In occasione dell’Esposizione Internazionale del 1906 fu costruito l’Acquario nei pressi del Parco Sempione e donato al Comune di Milano che lo affidò alla direzione del Museo di Storia Naturale.

Nel 1908 fu inaugurata la Stazione di Biologia e Idrobiologia Applicata, centro di studio e di divulgazione della piscicoltura e dell’ittiopatologia.

La prima metà del Novecento vide importanti acquisizioni, come le collezioni del Museo Mineralogico Borromeo (1913), la raccolta entomologica di Mario Bezzi (1928) e quella di coleotteri mediterranei del Museo Entomologico di Duino Pietro Rossi, con la quale fu inaugurata nel 1938 la nuova sezione di entomologia sotto la guida di Arturo Schatzmayr, il curatore della collezione a Duino.

Nel 1943 un bombardamento angloamericano causò l’incendio dell’edificio, oltre a distruggere molte delle collezioni più importanti, come quelle botaniche ed erpetologiche di Giorgio Jan e numerose raccolte paleontologiche.

La devastazione impose la chiusura del Museo per diversi anni, poi nel 1952 vennero riaperte al pubblico le prime sale con allestimenti provvisori.

Dalla metà degli anni Cinquanta le raccolte tornarono ad arricchirsi grazie a nuove campagne di ricerca e a consistenti acquisizioni.

Durante la direzione di Cesare Conci il Museo si ampliò con l’istituzione di una sezione di Paletnologia nel 1966, curata dal conservatore onorario Ottavio Cornaggia Castiglioni, e di una sezione di Botanica assegnata a Enrico Banfi nel 1976.

A partire dagli anni Settanta iniziò il profondo rinnovamento delle esposizioni, aggiornate secondo criteri orientati all’illustrazione dell’ecologia, dell’etologia e dell’evoluzione, supportate da studi in campo museologico e da un’intensa attività di ricerca scientifica sul terreno durante le direzioni del paleontologo Giovanni Pinna, dello zoologo Luigi Cagnolaro e del botanico Enrico Banfi.