luciano berio

Uno dei musicisti più singolari del Novecento italiano…

Luciano Berio nacque a Oneglia, in Liguria, il 24 ottobre 1925 e iniziò a interessati al mondo della musica grazie al padre Ernesto e il nonno Adolfo, entrambi compositori.

Nel 1945 si trasferì a Milano, dove studiò al Conservatorio Giuseppe Verdi composizione con Giulio Cesare Paribeni e Giorgio Federico Ghedini, e direzione d’orchestra con Carlo Maria Giulini e Antonino Votto, poi nel 1952 seguì i corsi di Luigi Dallapiccola a Tanglewood, negli Stati Uniti.

Fin dai primi anni Cinquanta Berio fu una voce autorevole nell’avanguardia musicale, con brani come Cinque Variazioni (1952-53), Chamber Music (1953), Nones (1954) e Serenata (1957).

Nel 1954 frequentò per la prima volta i Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt e nel dicembre dello stesso anno, con Bruno Maderna, inaugurò presso la Raì di Milano il primo studio di musica elettronica italiana, che l’anno successivo prese il nome di Studio di Fonologia Musicale.

Presso la Rai Berio poté sperimentare nuove interazioni tra strumenti acustici e suoni prodotti elettronicamente (Momenti, 1957; Différences, 1958-59) ed esplorare soluzioni inedite nel rapporto suono-parola Thema. Omaggio a Joyce, 1958; Visage, 1961) oltre che sulla ricerca di nuove e complesse combinazioni timbriche (Tempi concertati per 4 solisti e 4 orchestre, 1959; Sincronie per quartetto d’archi, 1964).

La ricerca sulle risorse espressive della vocalità femminile continuò con Epifanie (1959-60, poi confluito in Epiphanies del 1991-92), Circles (1960) e Sequenza III per voce (1965) oltre che primi lavori realizzati per il teatro, quali Allez-Hop (1959, da Italo Calvino), Passaggio (1962) e Laborintus II (1965), entrambi su testo di Edoardo Sanguineti.

L’indagine sulle potenzialità idiomatiche dei singoli strumenti del musicista cominciò nel 1958, con Sequenza I per flauto, fino alla serie delle 14 Sequenze per strumenti solisti, visti come un incessante processo di commento e di elaborazione che prosegue da un pezzo all’altro. Nell’ambito delle compagini per grande orchestra il compositore esplorò nuove disposizioni spaziali (già sperimentate negli anni Cinquanta in Allelujah I e II) e nuove formazioni strumentali: Eindrücke (1973-74), Bewegung (1971/83), Formazioni (1985-87), Continuo (1989-91), Ekphrasis (Continuo II, 1996).

Tra le sue opere spiccano La vera storia (1977-79) su testo di Italo Calvino; Un re in ascolto (1979-83) su testi di Calvino, Gotter, Auden e Berio; Outis (1992-96) su testi di Dario Del Corno; e Cronaca del Luogo (1997-99) su testo di Talia Pecker Berio.

L’impegno di Berio per la musica si estese anche ad altre attività quali la direzione d’orchestra, la concezione di stagioni concertistiche e la promozione della musica, oltre ad insegnare in prestigiose istituzioni musicali e accademiche in Europa e negli Usa.

Il compositore venne insignito di numerosi premi internazionali, come Premio Siemens, Premio della Fondazione Wolf, Leone d’Oro alla carriera dalla Biennale di Venezia e Praemium Imperiale del Giappone, e quattro lauree Honoris Causa da City University di Londra e Università di Siena, Torino e Bologna.

Dal 2000 fu il Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma dove, sotto la sua sovrintendenza, venne inaugurato nel 2002 il nuovo Auditorium Parco della Musica.

Luciano Berio morì a Roma il 27 maggio 2003.