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Nella giornata mondiale del Teatro vi presentiamo uno dei teatri più belli del Piemonte.

Sulla via che delimita Piazza Castello, cuore del centro storico di Casale Monferrato, si trova un teatro, maestoso nell’aspetto, con una storia lunga e non priva di eventi che hanno segnato la cultura del Monferrato tra Ottocento e Novecento.

Già prima della costituzione dell’attuale teatro Casale aveva un Teatro Comunale, che si trovava nello stesso luogo di quello attuale, edificato all’inizio del Seicento, noto come Trincotto, dove nel 1611 avvenne la prima assoluta del dramma musicale Il rapimento di Proserpina di Giulio Cesare Monteverdi.

Questo primo edificio fu pesantemente modificato nel 1673, quando furono aggiunti gli spalti, ma nel 1697 il teatro fu chiuso per difficoltà di gestione, per poi venir ricostruito interamente in legno nel 1703.

Nonostante ciò nel 1780 alcuni nobili casalesi commissionarono un nuovo teatro, che sarebbe stato molto più grande, all’abate architetto Agostino Vitoli di Spoleto che lo ultimò nel 1786.

La sala principale del teatro è un piccolo gioiello architettonico, con una pianta a ferro di cavallo, ed è costituita da una platea e da quattro ordini di palchi più loggione, con parapetti intagliati e dorati tra cui spicca quello reale.

Il soffitto della sala è decorato da eleganti affreschi, opere dei fratelli Bernardino e Fabrizio Galliari, al centro del quale si nota uno splendido lampadario di cristallo con finiture dorate.

Inaugurato il 26 novembre 1791 con un’opera inedita di Vincenzo Fabrizio, la commedia La moglie capricciosa, il teatro venne chiuso durante l’epoca francese e poi sottoposto a un radicale restauro interno durante il regno di Carlo Alberto di Savoia.

Tra gli artisti che lavorarono in quegli anni nel ieatro sono ricordati il pittore e intagliatore Leone Brizi per le decorazioni e gli stucchi dei palchi, il pittore Angelo Moja per l’affresco delle Muse sul plafone e il notissimo Abbondio Sangiorgio, che fu poi l’autore del monumento equestre di Carlo Alberto in Piazza Mazzini, per le Cariatidi del palco reale.

Il teatro fu riaperto nel 1840 e la rappresentazione scelta per l’evento, il dramma storico Beatrice di Tenda di Vincenzo Bellini, aveva un preciso significato in quanto la protagonista della vicenda era la moglie del condottiero casalese rinascimentale Facino Cane, poi giustiziata per il sospetto di adulterio dal secondo marito, il duca di Milano.

Nel 1861 il teatro viene ceduto dalla Società dei Nobili, che lo aveva fatto costruire più di un secolo prima, alla Città di Casale, ma una serie crescente di difficoltà legate alla gestione ne impose per circa cento anni la chiusura, al punto che negli anni della seconda guerra mondiale fu adibito a magazzino delle provviste e munizioni.

Solo all’inizio degli anni Ottanta del secondo Novecento il Comune di Casale decise di sottoporre il teatro a un lungo e meticoloso restauro interno ed esterno che ripristinò il corredo di stucchi, dorature e velluti.

Nel 1990 fu il grande attore Vittorio Gassman, uno dei giganti del Novecento italiano, a inaugurare la riapertura del Teatro di Casale con lo spettacolo Brindisi per un teatro.

Oggi, con le sue stagioni di prosa, musica e danza, questo elegante edificio rimane parte fondamentale del panorama culturale casalese e la capienza del teatro, nel rispetto delle attuali norme di sicurezza, è di 500 posti a sedere.