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Una villa dalla storia leggendaria, legata a quella del Lago Maggiore e della famiglia Branca…

Tutto ebbe inizio nel 1880, quando il Cavalier Giuseppe Branca riacquistò la palazzina di Verbania, sul Lago Maggiore, che era stata fatta costruire nel 1848 dal padre Bernardino, inventore nel 1845 di quello che ancora oggi è uno dei più famosi liquori italiani, il Fernet.

Il Cavalier Branca fece  importanti lavori di modifica alla proprietà, affidati principalmente all’architetto Giuseppe Pirovano, e decise di chiamare la dimora Villa Giulia, dedicandola all’amatissima  moglie.

Il giardino della villa fu esteso creando un muro di contenimento sulla riva del lago e l’edificio venne ampliato avanzando la facciata verso il lago di circa dieci metri.

Fu poi creato un grande cancello d’ingresso presso il quale fu costruito uno chalet come portineria, poi trasformato in un’elegante sala da biliardo, oltre a una darsena e delle grotte artificiali.

Il giardino della villa fu sistemato seguendo i dettami dello stile inglese.

Oggi la facciata della villa è decorata con loggiati e colonne a tutti i piani e finisce con una grande terrazza circolare, mentre la facciata che è rivolta verso la strada si presenta austera e semplice.

L’interno della villa, modificato all’inizio del Novecento, presenta ancora interessanti decorazioni.
Acquistata dall’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo nel 1932, la villa divenne il Casinò Municipale il Kursaal e più in generale la Casa di ritrovo del forestiero.

L’edificio venne ampliato nel 1956 con due ampi saloni, uno seminterrato e accessibile dal giardino e l’altro posto a livello del piano nobile.

Nel 1959 la darsena fu trasformata in una serie di locali da adattare a uffici per l’Azienda Autonoma, che ha comportato l’impraticabilità non solo delle grotte, ma anche della darsena nei periodi di piena del lago.

Attualmente la villa è di proprietà del comune ed è sede di manifestazioni e iniziative culturali, vi possono inoltre essere celebrati matrimoni civili.

Il giardino, dove si trovano ancora diversi esemplari di fiori e alberi unici, tra cui una quercia da sughero, è oggi un parco pubblico ed è molto semplificato nella componente arbustiva e floreale rispetto alla sontuosità raccontata in diverse guide turistiche del Lago Maggiore di fine Ottocento.