Bandiera Sarda AdobeStock 15283308 Morenovel

Ogni 27 aprile si celebra in Sardegna una festa molto particolare..

La storia della Sardegna è ricca di avvenimenti, anche se è poco conosciuta al di fuori dell’Isola, infatti non tutti sanno che nel 1794 ci fu un’insurrezione popolare, che partì da Cagliari e coinvolse tutta la Sardegna, organizzata dai rivoluzionar per cacciare i Piemontesi e il Viceré, Vincenzo Balbiano di Chieri.

Infatti i sardi chiedevano una maggiore indipendenza dal Regno Sabaudo e l’affidamento di alcuni ruoli strategici, in campo militare e politico, ad esponenti locali e, quando queste richieste furono rifiutate,  il risultato fu la cacciata dei piemontesi dall’isola.

Da allora il 27 aprile si festeggia quel giorno, conosciuto come Sa Die De Sa Sardigna, Il Giorno della Sardegna.

La Sardegna ha al suo attivo una storia di dominazioni, che ne hanno caratterizzato l’identità, dai fenici, che arrivarono nell’isola come mercanti, pronti a creare degli insediamenti costieri per il commercio, ai cartaginesi, successivamente sostituiti dai romani.

Successivamente i  bizantini, gli spagnoli e infine i Savoia hanno lasciato un segno tangibile nell’Isola, in particolare nelle zone costiere, infatti nel capoluogo sardo c’è  la più grande necropoli fenicio-punica del mediterraneo, a Tuvixeddu, l’anfiteatro Romano e tante altre testimonianze tangibili della loro presenza nell’isola, fino alla Basilica di San Saturnino, in pieno stile bizantino. Sono tantissimi i monumenti  sardi simbolo della dominazione spagnola, come le torri che attraversano tutta la costa, erette come difesa.

La Sardegna è una terra che ha sempre suscitato interesse, per la posizione strategica nel cuore del Mediterraneo prima e poi  per la sua bellezza, ma  non c’è mai stata una piena dominazione sul popolo, ma solo un regime di tipo territoriale.

Queste occupazioni spinsero il popolo sardo a riparare verso l’interno della regione e creare una dicotomia continente-mare, che tutt’ora è una caratteristica della società dell’isola, dove convivono due culture diverse all’interno di un unico territorio.

Da una parte un popolo che non si è fatto conquistare e vive all’interno, mantenendo intatte le sue tradizioni e dall’altro il mondo costiero, più incline alle influenze provenienti da oltremare.

Nonostante la presenza di questa dicotomia, Sa Die Da Sa Sardigna, celebra l’orgoglio di questo popolo.

Quando nel 1793 l’esercito francese tentò l’ennesima invasione, i sardi, senza sostegno o rinforzo militare da parte del governo, solo con un esercito di volontari, portarono avanti una strenua battaglia e a Cagliari sono visibili, infatti, sul muro di Palazzo Boyl, nel quartiere di Castello, alcune palle di cannone rimaste li come memoria della battaglia.

La città riuscì a resistere strenuamente, nonostante i bombardamenti, e l’esercito francese fu respinto.

Dal 1993 il Sa Die De Sa Sardigna è celebrato in tutta l’isola, che mantiene e crede fortemente nella sua identità e che festeggia il popolo sardo.