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Venerdì 11 novembre tra le montagne del Piemonte sarà attivato il grande specchio di Viganella, che porta i raggi del sole in una delle zone più conosciute della regione durante l’inverno, ma come è cominciata la sua storia?

La Valle Antrona è una delle sette valli che partono lateralmente dalla Val d’Ossola, offrendo paesaggi quasi incontaminati, tranquillità, piccoli laghi alpini, passeggiate nel verde e tra i boschi e tradizione Walser.

All’interno di questa Valle, c’è Viganella, un piccolo borgo di circa 200 persone con la curiosa caratteristica di essere senza sole, per tre mesi l’anno, non ha proprio le carte in regola per attrarre grandi folle di turisti, eppure gli abitanti sono riusciti a trasformare negli ultimi anni il singolare collocamento geografico in uno straordinario fenomeno mediatico.

Dal momento che si trova in un tratto di valle particolarmente angusto, il centro montano è in una posizione che dall’11 novembre al 2 febbraio, ostacola i raggi del sole lasciando questo piccolo angolo dell’ Insubria in una specie di notte polare, ma priva dello spettacolo dell’Aurora Boreale.

Non stupisce che il ritorno della luce, dopo 83 giorni trascorsi senza i caldi raggi del Sole, sia celebrato dagli abitanti del paese con una grande festa, che un tempo era l’attrazione principale del borgo, ma che negli ultimi anni è stata sostituita da qualcosa di davvero unico e speciale.

Il sole con i suoi caldi raggi ricompare dopo tre mesi, non a caso il 2 febbraio, giorno della festa della Madonna Candelora. Tutto il paese partecipa a questa festività che ha delle origini pagane molto antiche. Nel corso dei secoli è stata poi cristianizzata. Si festeggia la ricomparsa del sole e la sconfitta delle tenebre che hanno tenuto in ombra il paesino per tre mesi per oltre 8 secoli.

Per l’occasione ancora oggi le donne anziane del villaggio, ma è stato ripreso negli ultimi anni anche dalle giovani generazioni, si vestono con i vestiti tradizionali che richiamano la tradizione Walser.

Nel 1999, durante i lavori che interessarono la meridiana della Chiesa parrocchiale, l’allora sindaco Pier Franco Midali raccontò allo gnomonista, artista nella costruzione di orologi solari, l’architetto Giacomo Bonzani come fosse del tutto inutile estendere il quadrante nei periodi tra novembre e febbraio, vista la totale mancanza di sole e da questa triste e sconsolata osservazione che arrivò l’idea destinata a cambiare le sorti del borgo.

Idea che, grazie al coinvolgimento dell’ingegner Emilio Barlocco, docente presso l’Università di Genova e titolare di un particolare brevetto industriale sull’illuminazione delle gallerie autostradali, modificò la storia del piccolo paese assicurandogli l’attenzione delle testate giornalistiche.

E così dal 2006 Viganella è balzata alle cronache nazionali e anche mondiali grazie all’innovativa risposta al problema della mancanza di luce, uno specchio solare in vetro e resina di 8 metri per 5, collocato in una zona a monte, a quasi 500 metri di dislivello dalla piazza, sull’Alpe Scagiola permette di aggirare così l’ostacolo della Cresta della Colma, la montagna di oltre duemila metri che metteva in ombra Viganella, il paese che non è, anzi non era baciato dal sole.

L’impianto controllato a distanza da un computer è posto su uno stelo metallico ancorato al suolo grazie a un basamento in cemento armato. Per un costo di circa 100mila Euro; 40 mila versati dalla Provincia e altrettanti dalla Fondazione Comunitaria del Vco.

Lo specchio può dirigere in tempo reale i raggi solari verso i luoghi prestabiliti, come la parte pedonale della piazza principale, la chiesa parrocchiale e il monumento ai caduti e il suo funzionamento è regolato da un computer durante il giorno.

Durante la notte lo specchio viene riposizionato, in modo che all’alba possa ripartire nella posizione ottimale, per poi seguire nuovamente il cammino del sole.

Il rendimento maggiore dello specchio si ha a mezzogiorno, quando la sua superficie è quasi allineata con la posizione di Viganella.

Durante il periodo d’inattività lo specchio viene coperto e mimetizzato, anche se teoricamente potrebbe essere destinato a scopi educativi per osservazioni astronomiche diurne e notturne, in occasione delle eclissi o dei pleniluni estivi.

Il nome di Viganella, dall’installazione dello specchio solare, appare spesso su giornali e rotocalchi, non solo italiani, infatti, a Rjukan, cittadina norvegese con lo stesso problema di luce, posta in un fondovalle racchiuso fra erte montagne, nel 2013 hanno preso ad esempio il piccolo borgo della Val Antrona, realizzando uno specchio pressoché identico per illuminare il centro della piazza.

La comunità scientifica è stata conquistata dal progetto di Viganella al punto da assegnare una nomination al World Technology Award, per la categoria design, all’ex Sindaco Midali, inserito persino fra i nuovi mille nel contesto della produzione RAI dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Specchio che ha portato tanta notorietà al piccolo borgo, un buon ritorno di marketing territoriale, con ricadute positive anche sul turismo ma nel 2009, con il cambio di amministrazione è stato anche al centro di polemiche con il nuovo sindaco che voleva disfarsene perchè non lo riteneva utile.

Dalla fine dell’anno 2015 il sistema di specchi è stato disattivato per problemi di manutenzione.

Il 17 novembre 2016 lo specchio è stato riparato e tornato in funzione, giusto in tempo per dare luce in inverno. A riprendere l’evento come sempre sono arrivati giornalisti da tutto il mondo, giunti per preparare uno speciale.

Dal 1 gennaio 2016 Viganella è, con l’agglomerato della vicina Seppiana, parte del nuovo comune di Borgomezzavalle, nella provincia del Verbano Cusio Ossola.