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Il 6 gennaio Ivrea vedrà, con la musica dei Pifferi e dei Tamburi nel giorno dell’Epifania, la partenza del Carnevale 2023 e, dopo tre anni di stop, il cuore dell’evento sarà il personaggio che più di tutti è riconosciuto come simbolo di libertà e di rinascita, la Mugnaia che sul Cocchio Dorato, intenta a lanciare mimose al popolo in festa, è la protagonista del manifesto  dell’edizione 2023 dello Storico Carnevale di Ivrea.

Nelle ultime edizioni i protagonisti del manifesto del carnevale erano  stati Pifferi e Tamburi (2017), gli Alfieri con le loro bandiere (2018) e il Sostituto del Gran Cancelliere con il Libro dei Verbali (2019) che sono il volto di questo evento e ne raccontano le tradizioni, ma solo la Vezzosa Mugnaia può raffigurare un momento così straordinario come quello che vivrà la città di Ivrea con il Carnevale, ricco di simbolismi e tradizioni locali, che affonda le sue radici in una leggenda tutta da scoprire.

L’ispirazione della festa nasce da un lato dalle vicende di una bella mugnaia medievale giustiziera di un feudatario despotico e dall’altro dall’arrivo delle truppe dell’imperatore Napoleone Bonaparte.

Si racconta che Violetta, figlia del mugnaio della città, moglie di Toniotto, decise di riscattare il popolo dalla tirannide del Marchese del Monferrato e, per raggiungere il suo obiettivo, si travestì da vedova ebrea e, dopo averlo fatto bere fino all’ubriachezza,  lo decapitò nel sonno.

In questo modo la giovane riuscì ad evitare l’usanza dello Ius primae noctis e, come simbolo di liberazione, espose la testa mozzata del tiranno dall’alto del Castellazzo.

Così facendo Violetta divenne  l’eroina della città ed ancora oggi è  rappresentata da una giovane cittadina eporediese scelta dal Comitato organizzatore del carnevale.

Durante l’ epoca napoleonica, per ragioni di ordine pubblico, viene presa la decisione di riunire in un unico carnevale tutti quelli festeggiati nei singoli rioni della città di Ivrea, che sfociavano spesso in violenti scontri.

Inoltre Napoleone decise di affidare il controllo del carnevale ad un gruppo di cittadini, che indossavano la divisa dell’esercito napoleonico.

Nacque  in questo modo la figura del Generale, coadiuvato da Aiutanti di Campo e Ufficiali di Stato Maggiore.

Dal 1858, sulla scia dei moti rivoluzionari e dello spirito risorgimentale, alla figura del Generale fi affiancata la Mugnaia, eroina della città e simbolo di libertà contro ogni forma di oppressione.

La battaglia delle arance è un vero e proprio spettacolo, cuore della ribellione al tiranno, e la sua nascita ufficiale risale 1947 quando fu  fondata L’Asso di Picche, la più antica squadra di aranceri.

In quel giorno ci sono nove squadre di aranceri a piedi, che rappresentano i singoli rioni, ciascuna rappresentata da un proprio inno e da un proprio colore.

Sui carri si trovano gli aranceri, protetti da caschi di cuoio,  che simboleggiano le armate del despota.

L’appuntamento inizia il sabato sera, quando la mugnaia si affaccia al balcone del municipio, per dare il via al carnevale ed alla successiva battaglia delle arance della domenica.

Tutta la giornata del lunedì è dedicata al tiro, per poi vedere una serie di festeggiamenti tra le varie squadre nel corso della sera.

Il martedì grasso è l’ultimo giorno della battaglia e nel corso del pomeriggio sono  premiate le prime tre classificate tra le squadre di aranceri a piedi ed i carri.

A seguire, la sera del martedì, la tradizione continua con l’abbruciamento dello scarlo, quando viene rivestito di ginepro ed erica un palo a cui viene dato fuoco, mentre la mugnaia tiene sollevata la spada per tutto il tempo del falò.

La velocità con cui il palo brucia nella sua totalità è diventata nel tempo un simbolo di cattivo o buon auspicio per Ivrea.