Vivienne Westwood

Sono tanti i personaggi di spicco del mondo della moda ai quali abbiamo detto addio nel 2022.

Dai designer famosi come Thierry Mugler, Issey Miyake, Franca Fendi, Renato Balestra e Vivienne Westwood, a nomi di spicco del giornalismo e della fotografia di moda come André Leon Talley, Patrick Demarchelier e Giusi Ferrè.

Ognuno di loro ha lasciato un’impronta indelebile con le proprie opere e la propria creatività, e vogliamo ricordarli in questo primo giorno del nuovo anno, che si apre senza di loro.

Moda, i nomi ai quali abbiamo detto addio nel 2022

André Leon Talley

Lo scorso anno si è aperto con la scomparsa di André Leon Talley, morto il 18 gennaio per complicazioni legate al Covid. Nato a Washington nel 1948, è stata una delle personalità più prominenti del mondo giornalismo di moda, e uno tra i primi afro-americani in assoluto in questo campo. Redattore di Vogue dal 1983, nel 1988 ne ha assunto la direzione artistica.

Ha lasciato la prestigiosa rivista di moda nel 1995, e per i tre anni successivi ha diretto l’edizione francese di W Magazine. Nel 1998 poi ha fatto ritorno in Vogue. Il suo nome è indissolubilmente legato alle Fashion Week di New York, Londra, Parigi e Milano. Grazie alla sua influenza, Talley ha promosso e favorito l’ascesa di giovani stilisti afro-americani.

Ha preso parte come giudice al talent show America’s Next Top Model e al film Sex and the City, ed anche al docufilm del 2008 “Valentino. the last Emperor” diretto da Matt Tyrnauer, giornalista di Vanity Fair.

Patrick Demarchelier

Altro nome di spicco del mondo della moda che ci ha lasciati il 31 marzo 2022 è il fotografo francese Patrick Demarchelier. Da Le Havre, dove era nato nel 1943, a ventidue anni si era trasferito a New York dove aveva iniziato la sua carriera, arrivando a realizzare cover divenute iconiche per le più importanti riviste di moda, tra le quali Vogue, Harper’s Bazaar ed Elle.

Suoi anche gli scatti di due edizioni del Calendario Pirelli, quelle del 2005 e del 2008. Patrick Demarchelier ha realizzato inoltre campagne pubblicitarie per le più prestigiose firme dell’alta moda, da Chanel a Giorgio Armani, da Versace a Vuitton e Saint Laurent. È stato inoltre il primo fotografo non britannico a ritrarre con il suo obiettivo la principessa del Galles, Lady Diana Spencer.

Giusi Ferré

Milanese doc, con i suoi inconfondibili capelli rossi e con il suo stile ironico e pungente, Giusi Ferré è stata una delle giornaliste italiane di moda più influenti degli ultimi decenni. È morta il 14 aprile 2022 nella sua Milano, dove era nata 76 anni prima. Celebre la sua rubrica “Bucce di banana” sulla rivista Io Donna del Corriere della Sera, dove la Ferré commentava gli outfit delle celebrità sui red carpet sottolineando appunto gli scivoloni in tema di look.

Dalla rubrica ha preso vita anche un programma TV, che Giusi Ferré ha condotto su Lei dal 2010 al 2012. Omonima di Gianfranco Ferré, con il quale però non aveva alcun rapporto di parentela, ha scritto due libri sullo stilista, oltre a un libro su Alberta Ferretti.

I designer scomparsi nel 2022

Thierry Mugler, lo stilista amato da Madonna e Sharon Stone

Il 23 gennaio 2022 si è spento all’età di 73 anni Thierry Mugler. Nato a Strasburgo nel 1948, si era trasferito a Parigi nel 1970. Mentre lavorava come vetrinista, ha iniziato a disegnare i suoi primi modelli. Tre anni più tardi dà vita a “Café de Paris”, la sua prima linea di abbigliamento. Nel 1975 ha creato il brand che porta il suo nome, e che in poco tempo è diventato amatissimo tra le star di Hollywood.

Mugler ha creato i celebri corsetti indossati da Madonna, e ha disegnato abiti per Sharon Stone, Beyoncé e Lady Gaga. Nel 1991 Diana Ross ha sfilato a Parigi per la collezione Primavera-Estate di Thierry Mugler: è stata la prima volta che una cantante-attrice ha sfilato per un creatore di moda. Nel 1992 Mugler ha diretto il video musicale di George Michael “Too Funky”, in cui viene mostrata una sfilata dello stilista.

Dal 1997 Mugler ha iniziato a produrre anche profumi: “Angel”, il profumo creato nel 1992, è diventato una delle fragranze più vendute al mondo.

Issey Miyake

Il 5 agosto 2022 si è spento a 84 anni in un ospedale di Tokyo, dove era ricoverato, uno dei più celebri stilisti giapponesi di tutti i tempi, Issey Miyake. Da tempo era malato di cancro al fegato. Nato a Hiroshima il 22 aprile 1938, Issey Miyake era sopravvissuto all’orrore del bombardamento atomico del 1945. Dopo gli studi come graphic designer alla Tama Art University a Tokyo, nel 1964 si era laureato e trasferito prima a Parigi e poi a New York.

Nel 1970 ha fatto ritorno a Tokyo, dove ha fondato il Miyake Design Studio. Nel 1971 Issey Miyake ha fondato la sua omonima etichetta ed ha presentato la sua prima collezione in assoluto a New York. Miyake ha poi sfilato alla settimana della moda di Parigi nel 1973, diventando così uno dei primi designer giapponesi a farlo. Le creazioni di Miyake sono state spesso caratterizzate dalla ricerca di nuovi materiali e dai colori cupi.

Famosa anche la sua caratteristica plissettatura e le tradizionali tecniche di piegatura, insieme al suo uso innovativo della tecnologia e della fluidità all’interno dei suoi capi. A lui si deve la trovata dell’iconico girocollo nero di Steve Jobs

Franca Fendi

La terzogenita delle cinque sorelle Fendi è morta a Roma, dove era nata nel 1935, il 5 ottobre 2022. Con le sue quattro sorelle Carla, Alda, Anna e Paola, Franca era cresciuta nella bottega di pelletteria in via del Plebiscito, aperta nel 1925 dal papà Edoardo e dalla mamma Adele Casagrande.

A partire dal dopoguerra, Franca e le sue sorelle hanno preso in mano le redini dell’azienda di famiglia, facendola crescere grazie al lavoro di artigianale di sarti, pellettieri, pellicciai, e trasformandola in una delle eccellenze della moda italiana. Un impero che oggi fa parte del gruppo francese LVMH di Arnault.

Renato Balestra, nel 2022 addio al pittore della moda

Il 2022 è stato anche l’anno dell’addio a Renato Balestra, che si è spento il 28 novembre a 98 anni. Nato a Trieste nel 1924, sin da giovanissimo aveva manifestato un profondo amore per l’arte, dedicandosi nel tempo libero alla pittura, alla musica e alla scenografia. La sua carriera nella moda è iniziata per caso, quando i suoi amici hanno inviato uno dei suoi bozzetti al Centro Italiano della Moda (CMI).

Così Renato Balestra ha abbandonato gli studi di ingegneria e si è trasferito a Milano per completare il suo apprendistato nell’atelier di Jole Veneziani, una delle fondatrici dell’Alta Moda. Nel 1954 poi è arrivato a Roma, dove ha lavorato per le più prestigiose case di Alta Moda, come Emilio Schubert, Maria Antonelli e Sorelle Fontana. Nel 1959 ha fondato a Roma la sua maison. Il soprannome di “pittore della moda” nasce dal suo talento che lo ha portato a sperimentare nuovi materiali e a dipingere ogni tipo di tessuto.

Da queste innovazioni sono nati meravigliosi abiti che giocano con le trasparenza e rendono la donna Balestra forte, libera, moderna e consapevole della sua sensualità.
Ha vestito le più famose dive di Hollywood sullo schermo e nella vita privata, da Ava Gardner a Gina Lollobrigida a Sophia Loren e Candice Bergen. In breve è divenuto uno dei designer preferiti da star del cinema come Zsa Zsa Gabor, Liz Taylor e Claudia Cardinale, ma anche di  first lady, principesse e imperatrici.

Renato Balestra ha lavorato anche per il teatro, disegnando i costumi per “Cosi è (se vi pare)” diretto da Franco Zeffirelli nel 1985 e quelli del musical “Cinderella”, che tra il 2009 e il 2011 è uno dei tour mondiali di maggior successo.

Vivienne Westwood, nel 2022 addio all’icona della moda punk

Proprio sul finire del 2022, un altro addio pesantissimo per il mondo della moda: il 30 dicembre è morta Vivienne Westwood,  una creatrice eccentrica, ribelle e fuori da ogni schema che  ha segnato la storia del costume con il suo stile punk, guadagnandosi il titolo di Dama dell’Ordine dell’impero Britannico.

La passerella è stata il suo manifesto politico in oltre 50 anni di storia. A partire dai primi anni ’70, Vivienne Westwood ha fatto irruzione nella moda, scardinandone da dentro le certezze a colpi di creatività. Ha continuato con coerenza la sua ricerca artistica, con la collezione Pirate, una pietra miliare della storia della moda del XX secolo, che segna l’irrompere della sua sterminata conoscenza per la storia della moda e del costume in tutte le sue epoche, nelle sue collezioni.

Non a caso il corsetto, quello che arrivava dal XVII secolo, continua ora a essere uno dei suoi capi più iconici.

Negli anni ‘80 la Westwood ha esplorato territori e suggestioni dello stile tribale e post atomico: è stata tra le prime a infrangere le barriere tra il maschile e il femminile. Ha inventato il gender fluid prima ancora che l’espressione esistesse, mandando in passerella uomini in gonna, prendendo spunto dal kilt scozzese.

Negli ultimi anni della sua vita, il suo impegno sociale e politico si è fatto sempre più profondo e totalizzante. Le sue passerelle sono diventate manifesti programmatici a favore dei diritti civili, ma anche di un’autentica consapevolezza ecologista.