Una piccola chiesa, nel centro storico di Magenta, che ricorda il santo protettore della gola….
La Chiesa di San Biagio a Magenta oggi si trova all’interno dell’Istituto delle Madri Canossiane. Nel 1570, il Cardinale Carlo Borromeo accennò alle origini della Chiesa, affermando che, secondo quanto gli venne riportato, in tempi lontani questo luogo di culto, antichissimo, era la Parrocchiale di Magenta.
L’importanza della chiesa è testimoniata anche della consuetudine di celebrare con solennità la Festa del Santo titolare, in occasione della quale si tiene una grande fiera nella piazza adiacente .
In seguito ai Decreti del Cardinale Carlo Borromeo si ricominciò a celebrare la Messa nell’Oratorio di San Biagio, a causa della sua ubicazione periferica rispetto all’allora centro abitato.
A conferma dell’attaccamento della popolazione, la Chiesa di San Biagio non fu distrutta ma venne sottoposta a periodici lavori di restauro.
Nel 1636 l’Oratorio fu completamente riedificato a spese dell’Abate Faustino Mazenta e li si trova ancor oggi una lapide a lui dedicata.
Una descrizione dettagliata e completa dell’ edificio sacro risale al 1706, allora l’Oratorio era a pianta quadrata con il pavimento in laterizi ed il soffitto a volta, dipinto nella volta di color celeste e decorato con stelle d’oro, l’altare era collocato in una nicchia a volta e sopra ad esso c’era una tela raffigurante San Biagio, mentre alle pareti laterali, contornate da cornici scolpite, c’erano una serie di tele sulla vita del santo.
Dalla parte dell’Epistola si poteva notare un coro, sotto il quale si apriva la porta che, attraverso un corridoio, conduceva alla casa del Sacerdote.
In questo periodo veniva accordata un’indulgenza Plenaria a chi visitava la Chiesa dai primi Vespri della Festa di San Biagio fino al tramonto del sole.
La Chiesa di San Biagio ne ebbe alcun mutamento architettonico fino al 1879, anno in cui il Marchese Giuseppe Mazenta, morendo, lasciò l’edificio della Chiesa sia la casa del Cappellano con il giardino, all’Ordine delle Figlie della Carità Canossiana, in modo che vi potessero edificare un Convento.
Con la costruzione del Convento nel 1884, all’’interno del quale si trova una Chiesa dedicata all’Addolorata ed utilizzata dalle Religiose, la chiesa venne chiuso al pubblico e aperto soltanto in occasione della Festa del Santo.
Oggi la Chiesa presenta una facciata, all’estremità settentrionale del Convento delle Madri Canossiane, incorniciala ai lati da due lesene concluse da capitelli e chiusa superiormente da un timpano.
Il portale d’ingresso è in stile barocco, mentre il resto della facciata è stato rimaneggiato durante i lavori di costruzione del Convento.
Anche l’interno è in stile barocco ed ha un’unica navata, che si chiude, dopo una balaustra, con un piccolo presbiterio, sovrastato da un arco trionfale che riprende la volta a botte della navata stessa. Le pareti, ripartite da lesene, presentano dei pregevoli quadri ad olio, rappresentanti scene del Martirio del Santo, attribuibili a Melchiorre Gherardini, oltre ad alcuni affreschi nella volta a botte del presbiterio.