arnaldo badodi il circo 1939 dipinto olio su tavola 71 x 91 cm courtesy collezione giuseppe iannacco 424616

La Fondazione Carispezia propone a La Spezia la nuova esposizione negli spazi espositivi di Via Chiodo 36, si tratta della mostra Il corpo del colore. La pittura neoromantica ed espressionista italiana degli anni trenta. Opere dalla Collezione Giuseppe Iannaccone.

I rivoluzionari del sentimento, dei temi, del colore sono i protagonisti di questa nuova mostra, a cura di Collezione Giuseppe Iannaccone, visibile fino al 2 aprile 2023, accomunati da una profonda capacità espressiva che sposta il punto di vista da una visione oggettiva della realtà e accantona le forme per un linguaggio più intimo e personale.

In sei sale, il percorso espositivo non segue una sequenza cronologica o geografica, ma affronta temi intimi e universali che evidenziano i momento storico e i sentimenti più nascosti degli artisti.

La sala Attimi di realtà presenta una serie di lavori sulla centralità dell’uomo e della donna con i loro moti interiori, mentre Luoghi e assenze è dedicata agli ambienti dove questi artisti sono nati e hanno lavorato.

Corpo e Anima affronta la natura duplice dell’umanità, tra socialità, unioni, solidi vincoli affettivi e familiari, oltre che da ineffabili forze interiori che rendono fragili ma anche unici, in  Spirito e Carnalità emerge la dualità tra sensibilità e pulsioni della carne, mentre Rivoluzione e verità mette al centro uomini che combattono una guerra dove a morire è l’umanità.

L’ultima sala, Significati nascosti, presenta alcune opere dal significato non immediato.

Nella mostra ci sono alcune opere inedite della Collezione Giuseppe Iannaccone, tra cui Battaglia dei tre cavalieri (1941) di Aligi Sassu, pea anni creduta distrutta dopo essere stata rifiutata dalla commissione del III Premio Bergamo per ragioni politiche e dispersa in seguito alla vendita a un collezionista di Budapest.

Nell’estate del 2015 un discendente del proprietario ungherese comunicò alla Fondazione Helenita e Aligi Sassu di aver ereditato questo lavoro, che è poi stato riportato in Italia dall’avvocato Iannaccone.

In mostra è esposto anche Cavalli davanti al mattatoio di Scipione, del 1929 circa, un lavoro intimo e malinconico, simbolo dell’angoscia, sofferenza e rassegnazione che ogni uomo prova nella consapevolezza della propria fine.

Il corpo del colore evidenzia come questi artisti, rivoluzionari e romantici, abbiano posto al centro “… quella ‘realtà’ che si andava creando intorno a noi, realtà che noi dovevamo conquistare con le nostre forze per sentirla veramente nostra, senza incertezze”, come dice il Manifesto di Corrente del 1938.

La mostra è accompagnata da una serie di podcast, realizzati da Roger Laboratorio Narrativo, che guideranno i visitatori alla scoperta delle opere esposte in un’esperienza dove il racconto è affidato oltre che alle parole stesse dell’avvocato Giuseppe Iannaccone.