Giorgio Armani Logo

Il nome di Giorgio Armani è per tutto sinonimo di classe, eleganza ,italianità, re di un vasto impero della moda, infatti gli inglesi lo chiamano King George.

La sua storia parte dal 1975 quando, insieme a Sergio Galeotti, fondò il suo marchio.

Nato a Piacenza nel 1934,  Armani si avvicinò alla moda nel 1957, quando decise di abbandonare la Facoltà di Medicina di Milano,  a cui era iscritto da due anni,  e in cerca di un lavoro gli venne  proposto un posto alla Rinascente dall’amica Rachele Enriquez,  lì iniziò a collaborare con il team degli architetti che curavano l’immagine del grande magazzino.

L’esperienza lo spinse nei primi anni Sessanta a diventare l’assistente di Cerruti per la nuova linea di moda uomo Hitman che Armani disegnò fino al 1970, fu poi l’amicizia di Sergio Galeotti a spingerlo nel progetto di una sua  linea di moda.

Da subito sulla passerella di Armani comparvero alcuni elementi chiave del suo stile che ne segnarono la fortuna, come  la giacca da donna modellata su quella maschile, ma destrutturata, che diventò la divisa delle donne in carriera bisognose di praticità nell’eleganza.

La stessa rivoluzione venne  applicata agli abiti maschili dove le sue giacche flosce, la morbidezza delle stoffe e i colori sfumati restituirono l’immagine di un uomo elegante, ma non austero, vanesio e non stravagante.

Il successo internazionale non tardò ad arrivare, infatti nel 1978 Diane Keaton ritirò l’Oscar per Io e Annie indossando una giacca Armani, nel 1980 i suoi abiti vennero indossati dalla star nascente Richard Gere in American gigolò, che rese popolare lo stilista in tutto il mondo. Si guadagnò la copertina del Time che lo celebrò scrivendo: “I vestiti sono la stoffa della storia e la texture del tempo. E questo tempo, proprio ora, appartiene a Giorgio Armani” e nell’anno successivo il Council of Fashion Designers of America lo premiò come lo  stilista dell’anno.

La sua moda venne subito amata dalle star, ma anche dalla gente comune che trovò nelle sue collezioni la risposta alle esigenze dei tempi.

Nel frattempo Armani iniziò la sua espansione, infatti  nel 1981 intuì la necessità di creare delle collezioni meno costose, così aprì il marchio Emporio Armani con l’aquilotto come logo e la linea denim Armani Jeans, nel 1991 ci fu la linea fast fashion Armani Exchange, nel 2000 Armani Collezioni e Armani Casa, nel 2004 EA7 la linea d’abbigliamento sportivo che fu ispirata dall’allora calciatore del Milan Shevchenko.

Fino ai 16 anni si può vestire l’eleganza Armani della collezione Junior e dagli anni Ottante  iniziò a firmare le prime licenze, adesso il logo Armani è anche su due hotel di lusso a Dubai e a Milano nei cui interni regna l’eleganza, la misura, il design pulito, i colori rilassanti e sofisticati che definiscono quello stile, anche sulle insegne del ristorante Nobu.

Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta Giorgio Armani fu tra i personaggi che contribuirono al successo del Made in Italy e a fare di Milano la capitale della moda,

Nel 1981 fece una sfilata evento a Tokyo e nel 1987 una a Mosca, città che divennero poi  centri strategici di espansione.

Nel 2000 il museo Solomon R. Guggenheim di New York gli dedicò una mostra celebrativa dei suoi primi 25 anni di attività,  dai tailleur con le giacche destrutturate degli anni ’70 agli abiti delle donne in carriera degli anni ’80, i neri, i grigi, una sezione dedicata ai fiori e alcuni look scolpiti nella memoria collettiva perché indossati in alcuni tra i più celebri film di Hollywood o sui tappeti rossi dalle grandi star del cinema.

Armani resta legato ai grigi perlati, al rosso tibetano, al blu del profondo mare della sua Pantelleria dove trascorre moltissimo tempo libero e  all’Oriente,  le cui filosofie lo affascinano al punto da riuscire a conferire ai suoi abiti una spiritualità inusuale.