Il piccolo fiore dai petali bianchi, che annuncia la bella stagione…
La Leucanthemum vulgare, che simboleggia l’arrivo della primavera, è conosciuta con il nome di margherita, nome che deriva dalle parole di origine greca leukos, bianco, e anthemon, fiore.
Il nome di Leucanthemum vulgare venne usato per la prima volta nella pubblicazione Flore Françoise del 1778 firmata dal biologo, zoologo e botanico francese Jean-Baptiste de Lamarck, anche se Carl von Linné, considerato il padre della classificazione scientifica degli organismi viventi, aveva utilizzato il termine per il genere Chrysanthemum leucanthemum.
Appartenente alla famiglia delle Asteraceae, la margherita è una pianta perenne alta tra i 30 cm e i 100 cm con gemme al livello del terreno e un fusto allungato e dotato di poche foglie.
La margherita è facile da coltivare, ama le zone soleggiate e leggermente ombrose e nonostante sia il simbolo della bella stagione che avanza non teme il freddo e può essere coltivata anche in inverno a patto che ci siamo alcune ore di sole nel corso della giornata e le temperature non scendano al di sotto dei 10°.
In Italia questo piccolo fiore è un po’ ovunque, visibile dai balconi ai giardini passando per i prati, le aiuole delle città, i bordi delle strade, i boschi e i frutteti ed è anche nelle regioni dell’Europa settentrionale, in alcune zone del Caucaso e della Siberia mentre in America del Nord, del Sud e in Australia è una specie naturalizzata.
Le margherite crescono persino in aree collinari, montane e subalpine fino a 1500 m sul livello del mare.
Bella, semplice e profumata, la margherita è anche una pianta dalle numerose proprietà benefiche e i germogli primaverili possono essere utilizzati in cucina.
Nell’antichità durante il Medioevo le donne decoravano lo scudo del cavaliere di cui erano innamorate con delle margherite e se accettavano una proposta di matrimonio cingevano il proprio capo con una corona di Leucanthemum vulgare.
Invece le origini dell’usanza “M’ama non m’ama” sono legate a una leggenda che risale ai tempi in cui Margherita di Provenza era regina di Francia, che sfogliava i petali del fiore contando i giorni che la separavano dal ritorno di Luigi IX, prigioniero dei Saraceni.
Quando il marito tornò a casa, la sovrana gli consegnò i petali che aveva conservato come testimonianza del suo amore.
Nella mitologia norrena le margherite, in particolare le pratoline, sono i fiori di Freya la dea dell’amore, della fertilità e delle virtù profetiche e in Inghilterra un proverbio dice che la primavera non arriva fino a quando non si possono calpestare dodici margherite.
La devozione e lealtà sono due tra i diversi e positivi significati delle margherite, un simbolo utilizzato anche da William Shakespeare in Amleto, mentre Margherita è il nome della protagonista del Faust di Johann Wolfgang von Goethe.