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La Panhard, nota anche come Panhard & Levassor, fu uno dei primi marchi del mondo dell’automobile nella Franca dei primi del Novecento….

Louis François René Panhard nacque il 27 maggio 1841 a Parigi e dopo aver studiato ingegneria, trovò un’occupazione nel settore dei macchinari per la lavorazione del legno e lì incontrò Émile Constant Levassor, di due anni più giovane.

Insieme i due firmarono un accordo di licenza per produrre i motori a combustione interna di Daimler, e da lì fondarono la casa costruttrice Panhard & Levassor.

La prima automobile prodotta dai due amici risale al 1890 e il loro lavoro fu  apprezzato in tutto il mondo, grazie anche alla pubblicità delle gare a motore, spesso vinte per distacco.

In particolare fu la Panhard del 1891 a introdurre diverse innovazioni fondamentali, come il motore anteriore, il raffreddamento ad acqua con il radiatore, la leva del cambio e in poco tempo  le idee di Levassor conquistarono il mondo.

Nel 1897 proprio Levassor morì per le conseguenze di un ’incidente avuto nella Parigi-Marsiglia-Parigi dell’anno precedente, quando investì un cane, e  Panhard decise di produrre auto in onore dell’amico, grazie all’aiuto del figlio Hippolytus,  e seguì le fortune della sua azienda fino al 1908, quando anch’egli morì.

Sotto la gestione di Raymond Poincaré, tra il 1913 e il 1920, le Panhard & Levassor diventarono le auto presidenziali francesi ed erano tra le più ambite nella fascia dei motori a 4 cilindri.

Il marchio si specializzò nelle valvole a fodero, affidabili grazie a un sistema di lubrificazione brevettato.

Nel 1925 una Panhard & Levassor da 4,8 litri battè il record dell’ora con una media di 185,51 chilometri orari, inoltre non era necessario cercare una produzione di massa per rafforzare i bilanci.

Panhard & Levassor nel 1931 abbandonò definitivamente le configurazioni a 4 cilindri per passare a quelle da 6, inaugurando le serie CS e DS.

Nel 1936 la casa francese produsse la Dynamic, una vettura dalla carrozzeria filante con parafanghi fortemente carenati, secondo i dettami aerodinamici dell’epoca, ma il suo debutto fu contraddistinto dalle tensioni sociali parigine, con scioperi e instabilità politica e  il marchio ottenne il peggior risultato della sua storia, contribuendo alla fine del dominio francese nel mondo delle auto.

Panhard & Levassor si riprese solamente nella seconda guerra mondiale, con commesse di grandi dimensioni, dato che il Ministero della Guerra ottenne il controllo del marchio prima dell’invasione nazista.

Nel dopoguerra Panhard abbandonò il nome Levassor e passò ad auto molto diverse dal passato, come le Dyna X e Z e la 24 CT e BT, con  motori bicilindrici, inoltre aderì completamente all’uso dell’alluminio, spinta dal razionamento dell’acciaio.

Tuttavia i calcoli di Jean Panhard, a capo della Casa, si rivelarono completamente sbagliati dato che l’alluminio costava di più, quasi quattro volte in più dell’acciaio, e le vendite del marchio non decollarono affatto.

Nel 1955 Panhard si salvò dalla bancarotta passando all’acciaio, ma mantenendo per risparmiare gli stessi stampi creati per l’alluminio e fu stretto un accordo con Citroën per mantenere gli impianti in piena lavorazione.

Panhard firmò per assemblare parti della 2CV Furgoncino e questo impegno assorbì tutto il resto, dato che le quote di mercato si stringevano sempre di più.

Nel 1967 il brand Panhard fu diviso la parte militare, che continuò a lavorare per conto proprio, e  quella passeggeri, venduta proprio a Citroën, che la assorbi del tutto dopo poco anni.

La produzione militare di Panhard fu chiusa nel 2018, dopo qualche anno sotto la guida del marchio Renault ed oggi la derivazione dell’azienda, produttrice di carri armati e furgoni da guerra, è nota come Arquus.