Il 29 novembre 1924 moriva, in un ospedale di Bruxelles, il leggendario compositore Giacomo Puccini, autore di capolavori come La Boheme e Madame Butterfly, ma anche di Edgar, lavoro ispirato alla grand opera francese…
Nel 1889 il successo delle Villi convinse l’editore Giulio Ricordi ad accogliere Puccini nella sua scuderia, a concedergli uno stipendio fisso mensile di 200 lire e a commissionargli una seconda opera, Edgar, su libretto di Ferdinando Fontana, tratta dal poema drammatico La coupe et les lèvres di Alfred de Musset.
La composizione impegnò Puccini per quattro anni, mentre cominciò la sua travagliata relazione con Elvira Bonturi, da cui ebbe il primogenito Antonio.
La prima rappresentazione di Edgar, avvenuta il 21 aprile 1889 diretta da Franco Faccio e con Romilda Pantaleoni alla Scala di Milano, non fu quel successo che Puccini e Ricordi si aspettavano, infatti fu seguita da solo due repliche.
Subito dopo Puccini iniziò a revisionare la partitura in vista di una possibile ripresa, che avvenne soltanto nel settembre 1891 al Teatro del Giglio di Lucca, con un grande successo.
La rappresentazione lucchese servì a Puccini per definire una nuova versione in tre atti, abolendo il quarto e riducendo il secondo, che andò in scena nel 1892 a Ferrara, Torino, Madrid e Brescia.
Una terza versione fu preparata per il festival pucciniano organizzato nel 1905 a Buenos Aires, ma l’esito fu deludente, venne poi rappresentata a La Valletta nel 1920
In Italia Edgar tornò prima alla radio, il 10 agosto 1935, e poi sulla scena, al Teatro Lirico di Milano, il 24 dicembre 1944.
Il 25 giugno 2008 l’opera fu finalmente allestita, al Teatro Regio di Torino, in una versione simile a quella della prima scaligera con José Cura ed Amarilli Nizza e venne riproposta anche al Teatro Comunale di Bologna nel 2010.
La vicenda comincia nel 1302, in un villaggio delle Fiandre, durante la Messa mattutina, quando Tigrana, una zingara, intona una canzone blasfema suscitando l’indignazione del paese che l’ha allevata.
La zingara viene difesa dal giovane Edgar il quale, nonostante sia innamorato dalla dolce Fidelia, non riesce a sottrarsi al fascino di Tigrana tanto da decidere di fuggire con lei.
In poco tempo i due amanti vivono in un sontuoso castello, ma Edgar non comincia a sentire molto intensamente la nostalgia per la sua casa e Fidelia così, sentendo rulli di tamburi e suoni di fanfare militari che accompagnano un esercito diretto a una battaglia, decide di cambiare vita e segue, ignorando i tentativi di Tigrana per trattenerlo, il gruppo guidato da Frank, fratello di Fidelia
L’esercito fiammingo vince lo scontro, ma subisce ingenti perdite e tra gli scomparsi c’è anche Edgar per il quale nei pressi del villaggio si stanno celebrando solenni funerali.
Alla celebrazione delle gesta di Edgar c’è un frate che ricorda a tutti le numerose colpe di cui si è macchiato il giovane suscitando la reazione di Fidelia, decisa a difendere la memoria dell’amato. Finita la cerimonia funebre, giunge Tigrana che viene avvicinata dal frate che, offrendole oro e oggetti preziosi, le suggerisce una macchinazione ai danni del morto.
Tigrana così ammette di essere stata l’amante di Edgar aggiungendo che era intenzionato a tradire la sua patria.
Alla sue affermazioni alcuni soldati si avvicinano per profanare la bara, ma, aprendola, trovano soltanto l’armatura così il frate, che altri non è se non Edgar, si spoglia del suo saio e accusa Tigrana di fronte a tutti.
Fidelia, dopo una notte insonne e tormentata, si reca al balcone per guardare le sue rose e , alla vista di Edgar e del fratello, sviene.
Ripresasi, la giovane rassicurata da Edgar che le propone il matrimonio da celebrarsi quello stesso giorno.
Mentre si sta preparando per le nozze Fidelia è raggiunta da Tigrana che la uccide con un pugnale poi la zingara, senza pentirsi, viene condotta al patibolo.