presentazione del Signore A

Il 2 febbraio è il giorno della memoria della Presentazione al Tempio di Gesù, legata alla figura di  Simeone, un vecchio che con pazienza attendeva la consolazione d’Israele.

Simeone era un uomo giusto e pio, che visse sotto l’azione dello Spirito ma non credeva nella sua giustizia e nella correttezza di intenti.

La giustizia di Simeone era la spiritualità, vissuta all’ombra della casa di Dio, come esempio di speranza.

Quando il vecchio vide l’adempimento della promessa di Dio e la manifestazione di Cristo che il mondo capì la presenza della Luce come dice  “Venne nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo…” (Gv 1,9)

Il Vangelo racconta che Simeone si recò al tempio e, mentre i genitori portavano Gesù per la sua presentazione ,  lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.

Sulla soglia del tempio c’erano Simeone, che rappresentava il passato e viveva nell’attesa della promessa; Maria e Giuseppe, che custodiva la promessa incarnata e Gesù Cristo, come  l’adempimento della promessa.

Simeone rappresentava per gli evangelisti l’Antico Testamento, che accoglie e abbraccia la promessa fatta dallo Spirito e riconosce Gesù, “perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli” (Mt 16,17).

Le parole del vecchio, rivolte a Giuseppe e Maria,  non sono solo una profezia, infatti sono “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione  e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”

Secondo la Chiesa ortodossa Simeone era uno dei 70(72) traduttori della Septuaginta, testo di riferimento per quella Chiesa, infatti si racconta che abbia esitato nel tradurre il brano di Isaia: “Il Signore vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” e che un angelo gli disse che non sarebbe morto fino a che non avesse visto il Messia nato da una vergine.

Simeone fu venerato come santo già nei primi secoli del cristianesimo, le sue reliquie del santo furono trasferite dai Bizantini a Costantinopoli, ma nel Duecento i Veneziani guidati da Enrico Dandolo saccheggiarono la chiesa dove si trovavano le spoglie del santo, che furono traslate in Venezia nella chiesa di San Simeone Profeta.

In un’altra leggenda nel VI secolo le reliquie di  Simeone furono portate a Costantinopoli e da lì nel 1243 furono portate a Zara, che lo elesse come patrono ed intercessore per le benedizioni ai bambini.