La Francia è il paese con una cultura enologica dove la qualità del prodotto, dalla vigna alla cantina, e una capacità di comunicare tale qualità ai mercati, è sicuramente il segreto del successo della vitivinicoltura locale.
Le singole zone vinicole della Francia sono considerate il modello di riferimento per la tipologia di vini con Bordeaux, la Borgogna e la Valle del Rodano per i vini rossi; la Borgogna, la Valle della Loira e l’Alsazia per i vini bianchi; la Champagne per gli spumanti.
Infatti la coltura della vite in Francia è presente fin dal 600 a.C. circa, quando i Greci fondarono Massalia, l’attuale Marsiglia, e introdussero la vite.
Sotto l’Impero Romano arrivò l’impulso allo sviluppo dell’enologia e della viticoltura Francese e testimonianze della coltivazione del vino nella Valle del Rodano si trovano anche citate da Plinio Il Vecchio, nella sua Naturalis Historia.
Il successo commerciale del vino francese cominciò grazie alla posizione di accesso all’oceano Atlantico di Bordeaux, nel cui entroterra esisteva già una produzione di vino di qualità, poi gli ordini monastici nel medioevo diedero grande impulso alla coltivazione della vite per la produzione di vino per uso nelle liturgie, con la prima codifica delle tecniche basilari su cui si basa l’enologia moderna e grazie ad essi nel sesto secolo la coltivazione della vite era già diffusa su tutto il territorio.
La vite è diffusa su tutto il territorio francese, salvo le zone al di sopra dei 50° di latitudine dove la sua coltivazione non è quasi più possibile e, con i suoi 840.000 ettari vitati, la Francia è seconda solo alla Spagna, e con 40 milioni di ettolitri è sempre in contesa per il primo posto come produttore mondiale con l’Italia.
La produzione di qualità si identifica con una decina di zone importanti, ciascuna delle quali caratterizzata da particolari vitigni e da tipologie di vino ben precise.
La piramide della qualità dei vini Francesi, analogamente al sistema in Italia, prevede tre livelli e precisamenta AOC (Appellation d’Origine Contrôlée) il livello di qualità più alto e rigoroso del sistema, Vin de Pays, che prevede regole come per le categorie precedenti, tuttavia sono meno onerose e rigide, consentono, per esempio, rese più alte e titoli alcolici minimi più bassi e Vin de Table, riservata a tutti quei vini che non rientrano, per mancanza o insufficienza di requisiti, nelle categorie superiori.
Tali menzioni tradizionali si devono inquadrare nel contesto di armonizzazione delle denominazioni di qualità europee, in base al quale il primo livello corrisponde alle DOP (AOP=Appellation d’Origine Protégée) e il secondo alle IGP (Indication Géographique Protégée).
A seconda della zona di provenienza esistono inoltre delle menzioni specifiche che contribuiscono a definire la zona di origine dei vini.