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Era il  31 maggio 1859 quando tra le risaie della Lomellina 14.000 austriaci e 21.000 piemontesi si affrontarono nello scontro cruciale della Seconda Guerra d’Indipendenza, noto come la battaglia di Palestro.

In occasione del 165° anniversario la città della Lomellina si appresta a ricordare  lo storico avvenimento con un weekend di festa, ideata dal’amministrazione comunale di Palestro e l’associazione storica 4arme.

Nel pomeriggio di sabato 25 dalle 15 in piazza Marconi è previsto il campo storico, tra attività didattiche e cena del soldato e alle 21 per le vie della città  Antefatti di una battaglia, una rievocazione storica itinerante e guidata.

Domenica 26 alle 9.30 in piazza Marconi inizierà il ritrovo per il corteo all’Ossario, alle 16 il concerto della Fanfara, alle 17 il momento cruciale, con la rievocazione storica della battaglia, alle 21 il gran finale con il concerto dell’Orchestra Fiati Cornfield Music Band.

La Commemorazione della Battaglia di Palestro, grazie alla presenza costante e negli anni sempre più numerosa dei revocatori storici provenienti dal Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna e Francia, vedrà le manovre militari di addestramento, la preparazione dei cibi al campo, la vendita di vino allo spaccio, oltre all’interazione tra le truppe alleate franco-piemontesi e quelle austro-ungariche.

Alla fine dell’aprile 1859, subito dopo lo scoppio della seconda guerra d’indipendenza, gli austriaci avevano varcato il Ticino per sorprendere il Piemonte, ma l’avanzata, ostacolata anche dagli allagamenti delle campagne e delle risaie provocati dai piemontesi, era stata molto lenta.

Dopo aver saputo che l’esercito francese si era riunito a quello piemontese, il generalissimo austriaco, Francesco conte Gyulaj, condusse le sue forze in Lomellina, in attesa delle mosse dell’avversario.

Dopo la battaglia di Montebello del 20 maggio, gli alleati franco-piemontesi avevano ideato un piano strategico per puntare su Milano, così parte dell’armata sarda fu incaricata di svolgere un’operazione di copertura avanzando da Vercelli su Robbio.

Il 30 maggio i piemontesi passarono il Sesia in forze e occuparono dopo duri combattimenti Palestro, Confienza e Vinzaglio, fu allora che il comandante in capo austriaco decise di effettuare una ricognizione e chiese al Luogotenente – Feldmaresciallo Federico barone Zobel di attaccare Palestro il 31 maggio con due divisioni di fanteria.

Nel villaggio si trovava la 4a divisione di fanteria del generale Cialdini ed era presente anche il re di Sardegna, Vittorio Emanuele II, arrivato a Palestro la sera precedente.

Nella mattina del 31 maggio gli imperiali attaccarono la prima linea piemontese davanti a Palestro e dopo aspri combattimenti furono respinti su Robbio dalla decisa reazione piemontese.

Intanto la battaglia infuriava anche a cascina San Pietro, ma fu risolta dall’intervento decisivo degli Zuavi francesi, guidati da Vittorio Emanuele II in persona, che attaccarono con grande impeto le truppe austriache e le sbaragliarono completamente.

La sera, una delegazione di Zuavi francesi consegnò a Vittorio Emanuele II il grado onorario di caporale, per il coraggio che il re aveva dimostrato in battaglia.

Oggi della Battaglia di Palestro resta l’Ossario, monumento che, poco prima dell’uscita del paese della Lomellina, ricorda il coraggio dei soldati, sia piemontesi che austriaci, che persero la vita in una battaglia decisiva per la fine della guerra e la firma del Trattato di Villafranca, che vide la Lombardia diventare parte del Regno d’Italia.