E’ scomparso ieri pomeriggio, a 81 anni, presso l’American Hospital di Neuilly-sur-Seine, per complicazioni del Covid – 19, il giapponese Kenzo Takada, conosciuto per aver fondato a Parigi l’omonima casa di moda.

Nato in Giappone nel 1939, Kenzo Takada nel mondo della moda è stato uno dei più importanti punti d’incontro tra l’estetica nipponica e asiatica in generale con la cultura e la moda europea.

Sempre sorridente, naturalmente cortese, come solo i giapponesi sanno essere, anche nell’ultimo periodo a 80 anni suonati, mostrava fascino ed eleganza naturale, oltre a molte meno primavere.

Appassionato di arte e moda fin dalla più tenera età, abbandonò immediatamente gli studi in letteratura, per dedicarsi allo studio della moda e del design.

Fu uno dei primi uomini a essere ammesso al prestigioso Buka Fashion College a Tokyo, fino a quell’anno aperta solo alle donne: Kenzo fu il primo studente maschio.

Qui affinò il proprio stile, disegnando abiti da donna per grandi magazzini, ma il vero e proprio salto di qualità avvenne nel 1964, quando decise di trasferirsi stabilmente a Parigi, capitale mondiale dell’alta moda.

Qui Kenzo lavora nell’atelier di Louis Feraud e nel 1970 apre la sua prima boutique parigina, in un’antica bottega all’interno della Gallerie Vivienne, non lontana dal Pais Royal, che battezza Jungle Jap, per un felice connubio della natura e dei fiori con la sua creatività e il suo genio stilistico. Gli abiti, somiglianti a delle vere e proprie opere d’arte, erano un inno ai colori e alla fantasia.

Nel 1971, fondando la sua griffe, comincia a lavorare sulla maglieria, genere di moda che lo consacrerà negli anni come uno dei maestri indiscussi di punti e colori. Nello stesso anno data prende il via la collaborazione produttiva che durerà per oltre venti anni con la Miss Deanna, azienda di Reggio Emilia guidata da Deanna Ferretti-Veroni.

Il connubio tra i due si affina nel tempo, e rimarranno amici per sempre. All’interno dell’azienda reggiana, si trova custodito tutto l’archivio storico della collaborazione.

Lo stilista giapponese nel giro di pochissimi anni riuscì ad affermarsi anche sulla scena parigina con le sue maglie, le sue stampe floreali e animali che catturarono l’attenzione della stampa di settore e della critica e lo stilista giapponese divenne ben presto ospite fisso di tutti gli appuntamenti legati all’alta moda e a metà degli anni Settanta arrivò anche la prima collezione maschile e, a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta ci fu il primo profumo.

Nel 1993 accettò l’offerta faraonica dei francesi di LMVH e rimase a capo della sua casa di moda ancora per qualche anno, ma nel 1999 decise di abbandonare il mondo dell’alta moda per dedicarsi al design d’interni.

Il suo addio ufficiale alle passerelle avvenne  nel 2000.  Con una sfilata-evento che fece epoca, che vide tanto di elefanti in scena e lui anfitrione a cavalcarli sorridente e divertito.

Nel campo del design, lavorava come base a Parigi e negli ultimi tempi aveva dato vita al progetto K三(K3), dove il numero è scritto in giapponese con tre linee orizzontali.

A sottolineare ulteriormente quella che è stata la sua cifra stilistica, un mix sapiente di Oriente e Occidente.

Dopo la cessione a LVMH del marchio, negli anni si sono succeduti alla guida creativa della maison l’italiano Antonio Marras (2003-2011), Humberto Leon e Carol Lim (2011-2019) e, da quest’anno, il portoghese Felipe Oliveira Baptista.