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Uomo dal carattere schivo e malinconico, Marcel Proust è lo scrittore del tempo che passa e della potenza del ricordo, immortalato nel suo capolavoro La Recherche o Alla ricerca del tempo perduto…

Figlio dell’alta borghesia parigina, la madre era la figlia di un ricco agente di cambio mentre il padre era un rinomato medico, Proust nacque il 10 luglio 1871 ad Auteil, alla periferia di Parigi.

L’infanzia dello scrittore si svolse prevalentemente nella capitale francese, con poche concessioni alla fuga dalla città, se non durante il periodo estivo, trascorso presso la residenza dei parenti paterni, a Illiers, adatta al piccolo Marcel, oppresso dalla più tenera età dall’asma, oltre ad avere una non comune sensibilità interiore, al contrario del fratello Robert, più solare e aperto agli altri.

Iscritto a uno dei migliori licei della capitale, Marcel entrò in stretto contatto con i rampolli delle famiglie-bene parigine, spesso figli d’importanti politici del tempo.

Lo scrittore cominciò poi a frequentare i salotti degli incontri culturali, con personaggi come Madame Strauss, moglie in prime nozze del compositore George Bizet e Charles Haas, raffinato cultore dell’arte, sulla cui personalità Proust creò poi il personaggio di Swann.

Marcel nel 1892 divenne un collaboratore della rivista Le Banquest, fondata da un Jacques Bizet, Daniel Halévy, Robert Dreyfus e Leon Blum e, durante il caso Dreyfus, fu tra quelli che proclamarono la sua innocenza.

Nel 1896 uscì il primo libro dello scrittore, I piaceri e i giorni, una raccolta di novelle, con la prefazione del grande scrittore Anatole France, allo stesso tempo Proust si dedicò alla stesura di un grande romanzo, rimasto incompiuto, Jean Santeuil, punto di partenza per la Recherche.

L’attività di critico letterario e soprattutto di attento estimatore dell’arte lo portò a conoscere le teorie dell’inglese John Ruskin, cui dedicò parte del suo tempo, cimentadosi nella traduzione francese di una sua opera The Bible of Amiens.

Nel 1900 Marcel viaggiò in Italia, soprattutto a Venezia, dove compì un pellegrinaggio ruskiniano, oltre a conoscere per la prima volta il mondo della pittura italiana.

Dopo la morte della madre nel 1905 lo scrittore lasciò l’appartamento della famiglia e si trasferì in Boulevard Haussmann, dove fece costruire una camera interamente rivestita di sughero e isolata da ogni rumore esterno poi, all’inizio del 1907, avviò la stesura della sua opera.

Col tempo la vita sociale dello scrittore si ridusse a un numero ristretto di amici, dormiva per gran parte della giornata e lavorava di notte, affiancato dalla fedele domestica Celeste Albaret con il marito Odillon.

Lo scoppio della prima guerra mondiale, nell’agosto 1914, sconvolse il mondo di Proust, alcune persone a lui care, tra cui Bertrand de Fénelon, morirono al fronte, mentre il fratello Robert era in prima linea come medico e rischiò spesso la vita.

A Parigi, Marcel continuò a lavorare al suo romanzo, apparentemente estraneo alla tragedia che lo circondava, di cui poi lasciò pagine stupende nel finale della Recherche, Il tempo ritrovato, uscito postumo nel 1923.

I vari volumi della ricerca uscirono con regolarità, accolti con attenzione dalla critica e la fama dello scrittore fu consolidata dall’assegnazione del premio Goncourt, nel 1918, per il secondo volume della Recherche, All’ombra delle fanciulle in fiore.

Proust, sempre più isolato, stava terminando la revisione definitiva della Prigioniera, quinto volume del suo capolavoro, quando, nell’ottobre 1922, si ammalò di bronchite e rifiutò qualsiasi assistenza medica, malgrado le insistenze del fratello Robert, terminando la stesura della Fuggitiva, penultimo volume della Recherche, che riuscì a portare a termine prima di morire il 18 novembre 1922.