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Se piantare alberi è riconosciuto come un potente mezzo per affrontare l’emergenza climatica, accompagnare la natura mentre svolge spontaneamente questo suo compito lo è ancora di più.

Lo afferma una ricerca ​realizzata da 3​1 scienziati​ e pubblicata recentemente sulla rivista Nature.​

Una ricerca che conferma scientificamente l’attività di Ong come FSC – Forest Stewardship ®​ Council​ – impegnate da vent’anni nella gestione forestale responsabile.

A rendere conto di questo approccio è il ​Bilancio Sociale 2019​ di ​FSC Italia,​ pubblicato in questi giorni, in corrispondenza con la ​Giornata nazionale degli alberi​ istituita dal Ministero dell’ambiente, che si tiene ​sabato 21 novembre:​ un appuntamento che dal 2013 celebra l’altissimo valore ambientale e l’indispensabile contributo alla vita offerto dai boschi e dal loro habitat.

I boschi certificati

Le aree boschive certificate in Italia dal Forest Stewardship Council​​ sono in aumento: a fine 2019 erano ​66.356,62 ettari,​ contro gli oltre 65 mila dell’anno precedente. ​

18​ alla fine dell’anno scorso le ​aziende​ e ​gruppi​ di proprietari forestali che in Italia operavano secondo gli standard FSC: una parte consistente di queste realtà ha una superficie inferiore ai mille ettari, e rispecchia l’elevata frammentazione del patrimonio boschivo italiano.

Per questo sono in aumento le adesioni alle cosiddette ‘certificazioni di gruppo’ da parte di realtà private di piccole-medie dimensioni: un approccio che consente alle imprese forestali di unirsi ed avere accesso facilitato al sistema FSC.

Le attuali 5 certificazioni di gruppo coinvolgono infatti quasi 240 proprietari forestali: tra queste, la realtà più significativa è sicuramente la Federazione regionale dei pioppicoltori del Friuli Venezia Giulia (200 proprietari).

I boschi e le piantagioni certificate si concentrano soprattutto al Nord (Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia) e al Centro (Toscana), per un totale di circa 270 proprietari forestali coinvolti.

L’estensione totale delle piantagioni certificate FSC arriva oggi a 3.968 ettari, ossia il 5,9% del totale: si tratta prevalentemente di pioppeti della Pianura Padana. Rimane da esplorare un bacino ricco di potenzialità, costituito dai boschi del sud edelle isole.

I certificati di filiera

In Italia cresce anche la sensibilità delle imprese verso la gestione forestale sostenibile: fra il 2018 e il 2019, infatti, sono aumentati dell’11,5% i ​certificati di filiera​ rilasciati: questo dato rende FSC il principale schema di certificazione forestale nel nostro Paese per il settore legno-carta, al secondo posto nel mondo – dopo Cina – e al primo in Europa per numero di certificati:​quelli rilasciati nel ​2019​sono stati ​2.558,​ per un totale di ​3.275 siti produttivi coinvolti.

“Per il 2020 – spiega ​Diego Florian, direttore di FSC Italia​– con la crisi economica legata al Covid-19 ci attendavamo una contrazione della domanda, ma i dati relativi all’anno in corso evidenziano che l’impatto negativo al momento non c’è stato: un segnale confortante, che sottolinea come l’investimento delle aziende nella sostenibilità non sia un fattore passeggero o di mercato ma una precisa scelta, che viene mantenuta anche in momenti difficili. Anzi, diventa un elemento positivo e di responsabilità sociale”.

Se le​ certificazioni di filiera (Catena di Custodia) ​nel 2019 segnano un sensibile aumento,​ rimane invece confermata, rispetto all’anno precedente, la loro geolocalizzazione: si concentrano infatti soprattutto al Nord con Lombardia (759), Veneto (504), Emilia Romagna (214) e Friuli-Venezia Giulia (196) in testa, e al Centro con Toscana (196), Marche (146) e Lazio (99).

Al Sud, una crescita significativa è segnalata in Puglia, con 34 certificazioni. Fra le tipologie di prodotti, predominano gli stampati e la carta, ma si riscontra un incremento per packaging (+0,8% rispetto al 2018).

Nel corso del 2019 si è registrato un incredibile aumento, poi, delle certificazioni nel settore f​ashion ​(​+110%)​, passate da 28 a 59: “la certificazione FSC in questo caso riguarda in particolare la viscosa e i filati di origine forestale e consente a molte aziende di entrare in un mercato in forte evoluzione, impegnato a rendere sostenibili le filiere di approvvigionamento.

Strategico si è confermato poi il settore dell’arredo, nel quale il nostro Paese primeggia a livello internazionale sia per i prodotti che il design” spiega Florian.

I servizi naturali delle foreste

Il 2019 si è rivelato un anno fondamentale anche nel consolidamento di un aspetto innovativo della certificazione, ossia la valorizzazione dei cosiddetti ​Servizi Ecosistemici (SE)​ forniti dalle aree forestali (acqua, suolo, biodiversità, cattura CO​2,​ offerta turistico-ricreativa).

Nel 2018, infatti, il ​Gruppo Waldplus​ (1.000 ettari) era stato il primo caso, in Italia e nel mondo, di verifica degli impatti positivi delle attività di gestione sui tutti e cinque i servizi naturali.

Nel 2019 si sono aggiunti quello dell’Azienda Agricola Rosa Anna Rosa Luigia (352 ettari a Sabbioneta, nel mantovano) e quello dell’Ente Regionale lombardo per i servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF, 16.594 ettari), mentre nel 2020 si sono aggiunti l’Unione Comuni Valdarno Val di Sieve in Toscana e la Magnifica Comunità di Fiemme in Trentino.