Basilica di San Martino

Un sacerdote che fu fondamentale per la storia di Magenta…

Cesare Tragella nacque a Trezzano sul Naviglio il 4 gennaio 1852, primogenito di Giovanni, medico chirurgo, e Amalia Santagostino.

Dopo aver frequentato il collegio di Gorla Minore, studiò al seminario maggiore di Milano e divenne sacerdote nel 1874, diventando il coadiutore presso la parrocchia di Santa Maria Nuova di Abbiategrasso dopo che il padre dal 1867 lavorava presso le Pie Case degli Incurabili di quella città.

Successivamente divenne dottore in teologia presso l’Accademia pontificia di Torino e conobbe don Davide Albertario, proprietario e direttore de L’Osservatore Cattolico, per il quale scrisse diversi articoli.

Nel 1884 fu nominato parroco a Magenta, arrivando il 12 giugno 1885 e s’interessò subito delle esigenze pratiche della città e fondando la Banda civica di Magenta .

Il sacerdote nel 1893 prese parte alle esequie del maresciallo francese Mac Mahon che si svolsero in Francia, in rappresentanza della cittadinanza assieme al sindaco di Magenta, e fu decorato con la croce di cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore.

Tornato a Magenta, si occupò della raccolta dei fondi necessari alla realizzazione di un monumento alla memoria del maresciallo Mac Mahon, che oggi si trova nei pressi della stazione ferroviaria.

Nel 1898, accogliendo le proposte dei fedeli, decise di costruire una nuova chiesa parrocchiale, poi elevata al titolo di Basilica Minore romana che andasse a sostituire la piccola e antica chiesa di san Martino, successivamente abbattuta.

Don Cesare fu l’autore del progetto della basilica, ispirato alle cattedrali rinascimentali e si occupò di conservare la memoria storica degli eventi della battaglia di Magenta del 4 giugno 1859 con la costruzione di una cappella all’interno della chiesa per accogliere le spoglie dei caduti, ma il progetto non ebbe l’autorizzazione della curia milanese in quanto era ritenuto sacrilego porre delle ossa non appartenenti ai santi all’interno di un luogo di culto.

Il progetto della chiesa fu completato nel 1903 e don Tragella inaugurò la basilica assieme al vescovo di Vigevano, Giacomo Merizzi e al vescovo ausiliare di Milano e fu nominato Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.

Nel 1908 fondò a Magenta il Forno Cooperativo Ambrosiano, per consentire di avere pane di ottima qualità anche nelle campagne e due anni dopo lasciò Magenta per Inverigo cedendo il posto a don Domenico Bernareggi, fratello minore dell’allora vescovo di Bergamo, Adriano Bernareggi e poi divenuto Vescovo ausiliare di Milano.

Ma don Cesare nel 1919 fu accusato di appropriazione indebita di fondi appartenenti alla parrocchia di San Martino e fu condannato alla pena di due anni e quattro mesi di prigione.

In suo aiuto intervenne Vittorio Emanuele III, che commutò la pena a due mesi di carcere da scontarsi nel carcere di San Vittore a Milano.

Dopo tutto questo, don Tragella visse per qualche tempo ospite del parroco di Margno in Valsassina per poi fare ritorno a Magenta nel 1920, ma gli venne ordinato di non occuparsi della gestione delle finanze della chiesa e il 27 luglio 1923 giunse la sospensione ecclesiastica da parte della curia.

Molto amato dal popolo magentino, Don Cesare Tragella morì a Magenta l’8 maggio 1934.