hqdefault

Uno scrittore dalla vita lunga come il Novecento…

Riccardo Bacchelli nacque a Bologna il 19 aprile 1891, primo di cinque fratelli, il padre Giuseppe, amministratore cittadino d’idee liberali, fu uno stimato avvocato, e la madre Anna Bumiller, sveva, aiutò Giosuè Carducci a imparare il tedesco. 

Frequentò il Liceo Ginnasio Galvani e s’iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, ma per seguire i propri interessi culturali abbandonò al terzo anno gli studi accademici.

Si arruolò volontario allo scoppio della prima guerra mondiale come ufficiale di fanteria, fu congedato nel 1919 e, trasferitosi a Milano nel 1926, andò a convivere con Ada Fochessati, figlia del sindaco di Mantova, che all’epoca della rotta di Caporetto era sposata con l’imprenditore agricolo vicentino Nuvolari dal quale aveva avuto un figlio, Ferruccio.

Il suo primo romanzo fu Il filo meraviglioso di Lodovico Clo del 1911, cui seguono i Poemi lirici del 1914 e nel 1918 si dedicò al teatro con Amleto, emblema della difficoltà del moderno vivere, che pubblicò nel 1923 per le edizioni de La Ronda, rivista che vedeva un ritorno allo stile classico del Leopardi.

Seguì nel 1923 Lo sa il tonno, favola filosofico-morale elaborata nel tono della pacata ironia e considerata uno dei vertici dell’arte di Bacchelli.

Non meno fondamentale è Il diavolo al Pontelungo, del 1927, che rievoca idee, vicende e personaggi del mondo anarchico emiliano e italiano di fine Ottocento, dove spicca quell’epica di Bakunin, che si trova a Bologna per ispirare e patrocinare, con l’aiuto anche di Andrea Costa, i moti falliti del 1874.

Il romanzo è attraversato da una sottile ironia d’impronta conservatrice, ricevendo subito, come testimoniano le traduzioni, una grande diffusione europea.

L’opera più nota di Bacchelli, scritta dal 1938 al 1941, è il ciclo di romanzi Il mulino del Po, composto di oltre duemila pagine e suddivisa in tre parti, frutto di un immane lavoro di ricerca nella cultura e nella storia locale per la saga di una famiglia ferrarese, dedita all’avventurosa professione di mugnai sulle rive ferraresi del fiume Po, sullo sfondo di uno scenario storico-sociale cha va dall’epoca napoleonica alla prima guerra mondiale.

Nella vicenda rivivono figure e fatti della storia e della tradizione locale, inquadrati con sensibilità e competenza, spesso con richiami espliciti, nel contesto della storia nazionale.

Bacchelli dal 1941 al 1944 fece parte dell’Accademia d’Italia; fu anche socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia della Crusca e dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere. Ricevé la laurea honoris causa dalle Università di Bologna e di Milano e negli anni Sessanta condiresse la collana Le letterature del mondo.

Inoltre collaborò con Sandro Bolchi alla sceneggiatura de I promessi sposi, sceneggiato televisivo Rai andato in onda nel 1967, ispirato all’omonimo romanzo di Alessandro Manzoni e il 17 aprile 1971 ricevette l’Archiginnasio doro, massimo riconoscimento del Comune di Bologna.

Lo scrittore morì a Monza l8 ottobre 1985, a 94 anni, fu sepolto nel Cimitero monumentale della Certosa di Bologna.

Ada Fochessati, la sua compagna, divenuta sua moglie negli anni Settanta, morì un anno dopo.