Interno di una tipografia nella stampa del fiammingo Theodor Galle 1571 1633

Non tutti sanno che nel Vercellese nacque uno dei più noti stampatori del Rinascimento…

Gabriele Giolito De Ferrari nacque nel 1508 a Trino, nel Vercellese, da Giovanni il Vecchio e Guglielmina Borgominieri.

Nel 1523 si stabilì con il padre a Venezia, una delle capitali della nuova arte tipografica, dove, nella zona di Rialto, aprirono la Libreria della Fenice.

Dopo la morte del padre, nel 1541, Gabriele prese in mano l’azienda, prima con i fratelli e poi con maggior autonomia.

Successivamente aprì alcune librerie anche a Napoli, Bologna e Ferrar, nel 1544 sposò Lucrezia Bin, che gli diede dodici figli.

Celebre è la sua marca tipografica, raffigurante, con varianti, una fenice che fuoriesce dalle fiamme che si sprigionano da una sfera alata, in una rielaborazione dello stemma paterno, dove la fenice spicca il volo tra lingue di fuoco, con il motto De la mia morte eterna vita i(o) vivo, la scritta sul cartiglio Semper eadem e le iniziali G.G.F.

La sua politica editoriale era fortemente orientata alla diffusione delle opere in lingua volgare, ad esempio molto nota è la sua edizione del 1555 de La Divina Comedia di Dante Alighieri, a cura di Ludovico Dolce, dove appare per la prima volta l’attributo Divina.

Giolito fu il primo stampatore a dar vita a una collana editoriale, la Collana historica, curata da Tommaso Porcacchi dal 1563 al 1585, comprendente le opere volgarizzate di altrettanti storici greci.

Il progetto di una collana di storici latini, anch’essi volgarizzati, non fu mai realizzato, anche se alcuni di questi erano già pronti manoscritti per la stampa.

Gabriel Giolito non fu il primo tipografo a proporre all’interno della propria produzione un insieme coerente di libri, definito ad esempio da un formato unico, ma la Collana perfezionò questo principio, con un progetto visto come un insieme omogeneo dai punti di vista sia scientifico che materiale.

Per quanto riguarda il contenuto, i diversi volumi permettevano di disporre dei testi degli storici greci dell’Antichità in una versione di qualità, oltre a strumenti tematici dovuti ad autori contemporanei.

I vari volumi della Collana si divisero in due serie numerate secondo criteri razionali, in ordine cronologico per i dodici titoli di storici greci, chiamati Anelli, in ordine di successione logica per i dieci volumi d’autori contemporanei, chiamati Gioie, la presentazione era uniformata per formato, frontespizio ed elementi liminari e l’ordine di successione venne pensato per una disposizione fissa sullo scaffale di una biblioteca, ad esempio il volume A1 – Ditti Cretese aprì la serie proponendone l’organizzazione, seguito dagli Anelli e poi dalle Gioie, per finire con un volume d’indice generale previsto per rimandare a tutti i volumi della serie, ma che non fu mai pubblicato.

Gabriele morì a Venezia nel 1578, poco prima del 3 marzo e gli successero i figli Giovanni e Giovanni Paolo che, prima con i loro nomi, poi semplicemente con la denominazione Appresso i Gioliti, proseguirono l’attività fino al 1606.