mostra erice

Nel borgo siciliano di Erice, proteso verso le Egadi, abbarbicato sulla vetta più bella della Sicilia, dove la spiritualità dei monasteri convive con i risoluti richiami della scienza, il maestro della metafisica, Giorgio de Chirico, incontra quello che Federico Zeri definì il Caravaggio del XX secolo, Luciano Ventrone.

A guidare il dialogo tra i due è La vittoria della natura, un trionfo di uva, mele, cocomeri, melograni che, fino al 3 novembre, negli spazi dell’Istituto Wigner-San Francesco e del Polo Museale Antonino Cordici, apre un viaggio tra metafisica e iperrealismo.

Nata da un’idea di Giordano Bruno Guerri, Lorenzo Zichichi e Vittorio Sgarbi, che ne è il curatore con Victoria Noel-Johnson, la mostra è stata organizzata dalla Fondazione Erice Arte del Comune di Erice, dalla Fondazione Ettore Majorana e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.

E’ un vero trionfo della pittura quello in scena a Erice, per un inedito confronto fra il maestro della metafisica, del quale saranno esposte due opere che giungono per la prima volta in Sicilia, e venti tele di Ventrone, recentemente scomparso, autore di nature morte, tecnicamente impeccabili e stilisticamente ipnotiche fino all’illusione.

Tra gli spazi dell’Istituto Wigner–San Francesco e del Polo Museale Antonino Cordici, che racconta la storia di Erice dall’VIII secolo a oggi e ospita l’Annunciazione in marmo del 1525 dello scultore Antonello Gagini, si snoda una visita che è inserita nel circuito Erice Card, un ticket che al costo di 6 euro include l’accesso al Castello di Venere, ad altri siti culturali e tariffe agevolate per altri servizi, tra cui la funivia.

Ci sono Interno metafisico con pere e Natura morta, frutta nel paesaggio con tenda rossa di De Chirico che affiancano le fotografiche Solleone, In scena, Orto romano dove, lavorando direttamente dalla fotografia, e sulla ricerca dell’invisibile, Ventrone coglie dettagli impercettibili all’occhio umano, catturando particolari quasi invisibili, per creare mondi carichi di vissuti.

Il silenzioso borgo del trapanese, stretto tra mura e bastioni in un labirinto di viuzze acciottolate e scorci metafisici, riparte dalla pittura moderna e contemporanea, con anche una serie di convegni dedicati al popolo degli Elìmi, misteriosa etnia che risale alle origini di Erice, e della civiltà sviluppatasi nella Sicilia nord occidentale.