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Il 20 agosto si ricorda la figura di Bernardo di Chiaravalle, uno dei santi più noti dell’Europa medievale…

Bernardo nacque nel 1090, terzo dei sette figli di Tescelino il Sauro, vassallo di Oddone I di Borgogna, e da Aletta, figlia di Bernardo di Montbard, anch’egli vassallo del duca di Borgogna. Studiò grammatica e retorica nella scuola dei canonici di Nôtre Dame di Saint-Vorles, presso Châtillon-sur-Seine, dove la famiglia aveva dei possedimenti.

Ritornato nel castello paterno di Fontaines, nel 1111, insieme ai fratelli, si ritirò nella casa di Châtillon per condurvi una vita di ritiro e di preghiera finché, un anno dopo, con una trentina di compagni si fece monaco nel monastero cistercense di Cîteaux, fondato quindici anni prima da Roberto di Molesmes e in quel periodo retto da Stefano Harding.

Nel 1115, con dodici compagni, tra cui quattro fratelli, uno zio e un cugino, si trasferì nella proprietà di un parente, nella regione della Champagne, presso un vasto terreno sulle rive del fiume Aube, nella diocesi di Langres, dove fu costruito un monastero cistercense nella valle di Clairvaux, poi nota come Chiaravalle.

Bernardo percorse l’Europa per ristabilirvi la pace e l’unità e illuminò tutta la Chiesa con i suoi scritti e le sue ardenti esortazioni, con il suo carattere riservato, quasi timido, ma ai suoi cistercensi chiese meno funzioni, meno letture e tanto lavoro e inviò nel mondo conosciuto i suoi confratelli, che lavorarono tra terra e acqua, cambiando con lavoro e preghiera la storia.

Fu chiamato spesso per missioni importanti, come quando viaggiò per tutta l’Europa per far riconoscere papa Innocenzo II insidiato dall’antipapa Anacleto II, solo con il supporto del suo prestigio e del suo vigore persuasivo, ma soprattutto della sua umiltà.

Bernardo attaccò duramente la dottrina di Gilberto Porretano, vescovo di Poitiers e fece condannare l’insegnamento di Pietro Abelardo, docente di teologia e logica a Parigi, che preannunciò le idee di Tommaso d’Aquino e Bonaventura.

Nel 1145 sale al pontificato il suo discepolo Eugenio III, che lo chiamò a predicare la seconda crociata in difesa del regno cristiano di Gerusalemme, ma l’impresa fallì sotto le mura di Damasco.

Bernardo nel suo monastero rimase sempre obbediente alla regola come tutti i monaci, tra preghiera, digiuno, e tanto lavoro, infatti, scrisse 331 sermoni, 534 lettere e trattati su grazia e libero arbitrio, sul battesimo, sui doveri dei vescovi, oltre agli scritti su Maria madre di Gesù, che egli chiama mediatrice di grazie, ma non riconobbe la dottrina dell’Immacolata Concezione.

Schiacciato da varie difficoltà nell’Ordine, la diffusione di eresie e un male incurabile, Bernardo morì il 20 agosto 1153 e fu seppellito nella chiesa del monastero, ma con la Rivoluzione francese i suoi resti andarono dispersi, tranne la testa, ora nella cattedrale di Troyes.

Alessandro III lo proclamò santo nel 1174 e Pio VIII, nel 1830, gli diede il titolo di Dottore della Chiesa.