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Se Trento decide di rompere il legame con la Laterza, Verbania si candida a ospitare la storica casa editrice, allo scopo di organizzare sul Lago Maggiore la nuova edizione del Festival dell’Economia.

È la proposta che il sindaco di Verbania Silvia Marchionini ha recapitato all’economista Tito Boeri dopo che la giunta della Provincia autonoma di Trento ha approvato una delibera per dare il mandato di esplorare un accordo con altri parti, prospettando l’addio con la casa editrice Laterza che organizza il Festival da ben sedici anni attraverso la direzione scientifica di Tito Boeri.

“Il Festival dell’economia” dice il sindaco Marchionini “è tra le più importanti e partecipate manifestazioni in Italia e negli anni ha coinvolto uomini e donne di rilievo nel mondo dell’economia, da grandi dirigenti d’azienda a molti premi Nobel, da ministri dell’economia sino a personalità della cultura e delle categorie sociali, economiche e sindacali. Per questo ho contattato personalmente Tito Boeri per segnalare la nostra disponibilità a diventare città ospite di una nuova manifestazione su questi temi. Abbiamo gli spazi e il giusto spirito per provare a verificare questa possibilità, come la nostra candidatura a Città della Cultura 2022 ha dimostrato riuscendo ad arrivare tra le città finaliste”.

La Laterza fu fondata a Bari il 10 maggio 1901 in società con i fratelli da Giovanni Laterza, che nel 1896 aveva aperto una libreria nel capoluogo pugliese.

Ma la sua storia è legata alla figura di Benedetto Croce, esponente del pensiero filosofico idealista in Italia, che fu per quarant’anni il consulente della casa editrice, con la collaborazione di giovani studiosi e allievi tra cui Luigi Russo, Guido De Ruggiero e Giovanni Gentile, che furono personaggi di primo piano nella cultura italiana.

Croce pubblicò con Laterza quasi tutte le sue opere e la rivista La critica, e impostò fin dall’inizio la linea editoriale della casa, con collane come la Biblioteca di cultura moderna, i Classici della filosofia moderna e gli Scrittori d’Italia.

Nel secondo dopoguerra, la gestione della casa editrice passò nelle mani di Vito Laterza, che progressivamente ideò attorno alla casa editrice una rete di autori e d’interessi più ampia e nel 1951, per il cinquantenario della casa editrice, fu avviata una nuova collana, i Libri del tempo, che divenne fra le più influenti nella cultura italiana della seconda metà del Novecento.

Con gli anni sessanta la Laterza aprì una sede a Roma, dove da Bari arrivò Donato Barbone, direttore editoriale fino al 1968, che lascerà la carica a Enrico Mistretta, direttore editoriale fino al 1992.

Nel 1964 nacque la collana Universale Laterza, offrendo a un prezzo accessibile testi classici sia saggistica legata, oltre ai campi della storia politica e della filosofia, alle correnti di critica letteraria e di storiografia e alle scienze sociali.

Con gli anni Settanta arrivarono nomi come il linguista Tullio De Mauro, lo storico della filosofia Tullio Gregory, il giurista Stefano Rodotà e l’economista Paolo Sylos Labini. Nel 1984 all’Universale Laterza si affiancò la Biblioteca Universale Laterza, dedicata soprattutto alle opere di storia e ai classici della filosofia, oltre a rafforzare la presenza nel settore scolastico e universitario.

Con la morte di Vito Laterza, nel 2001, la gestione della casa editrice passò a Giuseppe Laterza, che segue da Roma l’editoria universitaria e la saggistica, e a suo cugino Alessandro Laterza, che segue da Bari l’editoria scolastica.

Negli ultimi anni l’interesse della casa editrice si è orientato anche verso i nuovi media, con la pubblicazione fra l’altro di una serie di manuali su Internet e con la diffusione attraverso podcast di conferenze, incontri e lezioni tenute per iniziativa della casa editrice.

Con l’avvento della collana Contromano, Laterza si avvicina alla narrativa, culminando nel 2017 con la candidatura al Premio Strega del romanzo La stanza profonda di Vanni Santoni.