agnesi

Nella giornata mondiale della pasta, raccontiamo la storia di uno dei marchi simbolo della pasta in Italia…

La storia dell’Agnesi cominciò nel 1824, quando Paolo Battista Agnesi acquistò da Giovanni Verda, a Pontedassio, in provincia di Imperia, un mulino capace di macinare 120 quintali di grani il giorno, per lavorare direttamente la semola e produrre la pasta.

Il primogenito di Paolo Battista, Giacomo, che da giovane aveva esercitato l’avvocatura a Oneglia e a Nizza, introdusse nell’azienda paterna nuovi metodi di macina, appresi durante i suoi viaggi a Parigi e sino allora sconosciuti in Italia, che richiedevano un più veloce e costante approvvigionamento di materie prime, in arrivo al porto imperiese dalla Russia.

Paolo Battista decise allora di aprire un altro grande mulino vicino al mare, dando così vita alla Ditta Paolo Agnesi e Figli e nel 1886, grazie ai nuovi sistemi introdotti da Giacomo, i due mulini macinavano circa 40 mila quintali di grano.

Intanto un altro figlio di Paolo Battista, Paolo Agnesi, per meglio provvedere agli acquisti granari si trasferì a Genova, la più importante borsa ottocentesca dei grani italiani, dove dotò la famiglia di una flotta di velieri, per assicurasi l’approvvigionamento di Taganrog, il grano duro delle pianure ucraine, considerato il migliore del mondo.

Nel 1888, il figlio di Paolo Agnesi, Giacomo, subentrò al padre alla guida dell’impresa di famiglia e decide di abbandonare il mulino di Pontedassio, distrutto dal terremoto del 1887 e costruì a Oneglia un molino a cilindri e un pastificio, dando l’avvio allo sviluppo dell’azienda molitoria della famiglia, oltre a dotare il pastificio di uno scalo ferroviario per avere tempi di rifornimento più rapidi, produzioni migliori e maggiore vicinanza al mercato, riducendo le spese e aumentando i profitti.

Poco prima dello scoppio della Grande Guerra, il figlio di Giacomo, Vincenzo Agnesi, studente d’ingegneria, entrò nell’amministrazione dell’azienda di famiglia, avviando il pastificio verso l’automazione integrale, interrotta dall’inizio delle operazioni belliche.

Nel 1918, finita la guerra, Vincenzo si dedicò al processo di automazione della Paolo Agnesi e Figli dove, attraverso le lavorazioni abbinate di molino e pastificio, si passò alla produzione degli spaghetti senza intervento manuale.

Negli anni Venti, la società imperiese aggiunge alla qualità della sua pasta la celebre confezione blu sigillata con il marchio.

Il 27 dicembre 1929 morì a Imperia Giacomo Agnesi e Vincenzo gli subentrò dal marzo successivo alla presidenza del consiglio di amministrazione della ditta, che continuava a crescere.

Gli impianti della società furono gravemente danneggiati durante il secondo conflitto mondiale e fu nuovamente Vincenzo Agnesi a risollevare le sorti dell’azienda nel dopoguerra, nel 1946 il ministro dell’Industria e Commercio, Rodolfo Morandi, lo nominò Presidente della Camera di Commercio di Imperia, carica da cui si dimise nel 1960.

Negli anni Settanta, Vincenzo lasciò spazio ai figli e ai nipoti nella dirigenza del pastificio di famiglia, rimanendone il presidente onorario dal 1972 fino alla morte, avvenuta a Imperia il 23 giugno 1977.

Nell’ottobre 1980, nacque l’Agnesi S.r.l., poi trasformata in Agnesi S.p.A. cui il 31 dicembre seguente la Paolo Agnesi e Figli S.p.A. conferì il complesso aziendale relativo al molino e al pastificio, che nella metà degli anni Ottanta contese il secondo posto, dietro la Barilla, alla Buitoni e all’Amato.

Alla fine dell’ottobre 1991 l’Agnesi fu incorporata dall’Alifina finanziaria alimentari S.p.A., che nel 1995 la cedette alla Compagnie Gervais Danone, a sua volta controllata dal colosso alimentare transalpino Groupe Danone Sa, società di diritto francese con sede a Parigi.

Nel luglio 1999 fu il gruppo perugino Colussi, assistito dalla Comit e dalla banca d’affari Euromobiliare, a concludere l’operazione di acquisto dell’Agnesi.