Uno dei periodi più amati dell’anno comincia un po’ presto nella diocesi di Milano…
L’avvento, il periodo di preparazione alla festa di Natale, fu testimoniato dalle fonti storiche in Gallia e in Spagna già verso la fine del IV secolo.
Nel VI secolo la durata di questo periodo si modellò sulla durata della quaresima, cioè sei settimane ed è significativo, nella tradizione ambrosiana, venga definito la quaresima di san Martino, proprio perché iniziava l’11 novembre, e aveva uno spiccato carattere penitenziale.
La cosa è chiara se si comprende l’importanza e la rilevanza sempre più crescente che tende ad assumere la festa di Natale in contrapposizione alla festa-cardine dell’anno liturgico, cioè la Pasqua. Se la Pasqua è introdotta da un periodo di preparazione scandito su sei settimane, analogamente il Natale vede un periodo di preparazione di simile durata, anch’esso di sei settimane.
Un avvento di tale durata è testimoniato a Roma verso la metà del VI secolo, finché con la riforma liturgica promossa da papa Gregorio Magno, fra i secoli VI e VII, venne accorciato a quattro settimane ed è l’avvento di rito romano che si diffuse poi in tutta la Chiesa latina occidentale.
La liturgia ambrosiana ha invece sempre conservato la sei settimane d’avvento, che comincia dunque dalla domenica immediatamente successiva all’11 novembre, festa di san Martino, e termina con la vigilia di Natale.
L’avvento ambrosiano, seguendo la struttura testimoniata nei documenti più antichi della liturgia milanese, vede la seguente successione di temi.
La prima domenica invita a rivivere la dimensione dell’attesa del ritorno di Cristo alla fine dei tempi nella sua venuta gloriosa e definitiva, mentre la seconda e la terza domenica introducono la figura di Giovanni Battista, il precursore, che prepara la via alla venuta del Signore, tra i temi della conversione e dell’adempimento delle antiche profezie.
Nella quarta domenica si propone la pagina evangelica dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, tipica della tradizione ambrosiana, vista come l’invito all’incontro salvifico con Cristo che fa il suo ingresso nella storia umana.
La quinta domenica vede ancora la figura di Giovanni Battista, il precursore, secondo il vangelo di Giovanni e mette in luce il rapporto del Battista con il Messia che sta per manifestarsi.
Dal 17 al 24 dicembre ci sono le ferie prenatalizie, che nel rito ambrosiano hanno conservato l’antico nome di feriae de exceptato, che sono gli ultimi giorni di avvento, nei quali la Chiesa si prepara a incontrare Gesù.
La sesta domenica è la festa mariana della liturgia ambrosiana, che commemora il mistero dell’incarnazione del Signore e della divina maternità della Vergine ed è la meta ultima del cammino di avvento, prima che si passi al tempo natalizio.
Quando il 24 dicembre cade in domenica, l’avvento ambrosiano conta in realtà non sei, ma sette domeniche, per conservare nella sua interezza la durata totale dell’avvento su sei settimane effettive.
Anche i giorni feriali sono caratterizzati un gran numero di pagine della Bibbia, ogni giorno infatti ci sono due letture tratte dall’antico testamento, tratte dalle pagine dei profeti che preannunziano la venuta del Messia, seguite dal vangelo.
Nel tempo d’avvento la Chiesa ambrosiana usa per le vesti il colore liturgico morello o nero, in segno di austerità, ma non colore rosaceo, che la liturgia romana adopera per la penultima domenica prima del Natale.
Alla sesta domenica di avvento, per la sua natura di grande solennità cristologica e mariana, si usa infine il bianco, il colore festivo per eccellenza.