La Formula 1 e il mondo delle corse, piangono la scomparsa di uno dei principali protagonisti del suo periodo aureo.
E’ morto Sir Frank Williams, fondatore e a lungo team principal dell’ omonima scuderia, aveva 79 anni. Williams, ricoverato ieri in ospedale, si è spento questa mattina. Una vita all’insegna della passione per gli sport motoristici, unita a una forza di volontà e capacità di credere in se stesso, profonda e granitica. Da sempre con uno stretto, profondo legame con la Lombardia, parlava italiano correttamente, spesso con uscite in milanese. Il team da lui creato è divenuto il terzo più vincente della storia del Circus, dopo Ferrari e McLaren, e addirittura il secondo per numero di campionati costruttori vinti.
Dal marzo 1986 era costretto alla sedia a rotelle dopo una lesione al midollo in un incidente d’auto in Francia, subì la rottura della spina dorsale, gli paralizzò le gambe. Accadde mentre si stava recando dal circuito Paul Ricard all’aeroporto di Nizza, Williams perse il controllo dell’automobile che si ribaltò atterrando sul tetto. Nonostante le cinture di sicurezza allacciate, rimase schiacciato tra il proprio sedile e il tetto piegato e riportò una frattura tra la quarta e la quinta vertebra, mentre chi era al suo fianco non si fece praticamente niente.
Ha portato il proprio team, uno dei più gloriosi e vincenti della Formula 1, alla conquista di 9 Mondiali costruttori e 7 Mondiali piloti, con l’epoca d’oro concentrata tra gli anni ’80 e ’90. Il primo nel 1980, l’ultimo nel 1997, anno anche dell’ultimo dei sette titoli piloti conquistati. Alan Jones, Keke Rosberg, Nelson Piquet, Nigel Mansell, Alain Prost, Damon Hill e Jacques Villeneuve i nomi dei piloti laureatesi campioni con il team basato a Grove nell’Oxfordshire. Alla Williams è legato anche l’incidente che costò la vita ad Ayrton Senna, leggenda della F1. Per la sua scuderia corsero anche Ralf Schumacher, Riccardo Patrese, Juan Pablo Montoya, Thierry Boutsen, Carlos Reutemann, Heinz-Harald Frentzen e David Coulthard, Mario Andretti e Alex Zanardi.
La figlia di Williams, Claire, aveva sancito l’addio alla Formula 1 cedendo la squadra nel settembre 2020 al gruppo d’investimento americano Dorilton Capital per 152 milioni di Euro.
Nato il 16 aprile 1942 a South Shields nella contea del Tyne and Wear, nel nord Inghilterra, figlio di un ufficiale della RAF e di una maestra, venne cresciuto per gran parte della sua infanzia dagli zii materni a Jarrow, dopo che i suoi genitori si separarono. In seguito studiò al St. Joseph’s College di Dumfries, in Scozia. Verso la fine degli anni cinquanta un suo amico gli fece guidare una Jaguar XK150; quell’esperienza stimolò in lui la sua profonda passione per il mondo dei motori.
Dopo una breve carriera di pilota e meccanico, fondò nel 1966 una propria scuderia, la Frank Williams Racing Cars. Per diversi anni il team automobilistico gareggiò in Formula 2 e 3, con piloti come Piers Courage e Richard Burton. Nel 1969 Williams passò alla Formula 1: acquistò il telaio di un vecchio modello di Formula 1 della Brabham e mise alla guida della vettura proprio Courage, ottenendo due volte il secondo posto nelle prime gare disputate.
Nel 1970 Williams intraprese un breve periodo di collaborazione con Alejandro de Tomaso, che terminò subito dopo la morte di Courage nel Gran Premio d’Olanda di quell’anno. Nel 1971 Henri Pescarolo prese il posto del pilota inglese, guidando una vettura ricavata da un telaio fornito dalla March. Nel 1972 la Williams costruì da proprietario la prima vettura progettata dalla scuderia stessa, la Politoys FX3 su progetto di Len Bailey, poi schiantatasi nella gara d’esordio, con a bordo Pescarolo. La Politoys era una famosa fabbrica di giocattoli milanese, specializzata nella riproduzione di macchine in scala.
Williams, a corto di soldi in quel periodo tant’è vero che conduceva gli affari della scuderia da una cabina telefonica, dopo che gli staccarono le linee del telefono per non aver pagato le bollette, riuscì a risolvere i problemi finanziari grazie alle sponsorizzazioni della Marlboro e dell’Iso Rivolta di Bresso.
Nel 1976 Williams dovette cedere al magnate petrolifero Walter Wolf, il 60% della proprietà della scuderia. L’anno successivo Frank Williams, assieme all’ingegnere Patrick Head, lasciò definitivamente la squadra, che prese a correre con il nome di Wolf con piloti come James Hunt e Jody Scheckter. I due acquistarono un negozio di tappeti abbandonato a Didcot, nell’Oxfordshire, e da lì fondarono una nuova scuderia, la Williams Grand Prix Engineering. Williams ottenne nel 1979 la prima vittoria con il ticinese Clay Regazzoni, il primo titolo del Campionato mondiale piloti di Formula 1 nel 1980 con Alan Jones e il secondo nel 1982 con Keke Rosberg, oltre ai due titoli consecutivi del Campionato mondiale costruttori di Formula 1 nel 1980 e nel 1981. Diventando uno dei costruttori più affermati e vincenti, proponendo soluzioni motoristiche, telaistiche all’avanguardia. Fu anche il primo che venne sponsorizzato da un ente arabo, cosa che fece scalpore ai tempi, anche per la proibizione di bere champagne per festeggiare le vittorie, sostituito dall’aranciata.
Nel 1987 la regina Elisabetta II conferì a Williams il titolo di Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico (e successivamente di cavaliere nel 1999). Williams ha ricevuto, inoltre, il titolo di Cavaliere della Legion d’Onore francese, come riconoscimento per la fornitura dei motori Renault nella sua scuderia, che ha consentito la conquista di ben 5 titoli costruttori.