Una delle pagine più note della storia dell’ovest americano…
Nel 1864 la frontiera americana viveva nel terrore poiché alcune bande di Sioux, di Cheyenne e di Arapaho effettuarono delle rapine e dei saccheggi, dando filo da torcere ai bianchi, facendo iniziare così una serie di scaramucce tra la Cavalleria dei Volontari del Colorado e i cacciatori Cheyenne.
In autunno i capi Cheyenne si misero sotto la protezione del maggiore Wynkoop a Fort Lyon che però, dopo essere stato accusato e rimproverato, fu sostituito dal maggiore Scott J. Anthony, un ufficiale dei Volontari del Colorado, che affidò a John Chivington una campagna militare.
Chivington rifiutò il brevetto di ufficiale cappellano che il governo gli offrì, poi chiese e ottenne un grado di combattente di capitano, poi quello di colonnello, diventando il comandante di un intero reggimento.
Quando gli attacchi e le scorrerie di alcuni indiani ostili divennero più frequenti contro pionieri e carovane che percorrevano il sentiero delle Smoky Hills, fu al colonnello Chivington con il suo reggimento che si rivolse il governatore Evans, promettendo terre e denaro a chiunque uccideva un indiano.
Nel forte c’era una piccola guarnigione di soldati, tra cui alcuni ufficiali regolari, che fecero notare a Chivington che non tutti gli indiani erano nemici, in particolar modo la tribù Cheyenne di Motavato (Pentola Nera) accampata a circa 60 km dal forte.
Pentola Nera era un capo pacifico e aveva firmato la pace pochi mesi prima con l’esercito, consentendo così il transito dei carri che passavano attraverso il suo territorio.
Ma questo a Chivington non interessava, e iniziò ad accusare ufficiali e soldati che non erano d’accordo con lui, dicendo che erano codardi e traditori.
Era la sera del 28 novembre 1864 quando Chivington, con più di 700 uomini al suo seguito, uscì da Fort Lyon per andare a caccia di indiani.
Il villaggio di Pentola Nera si trovava in un’ansa del Sand Creek, il suo tepee era situato al centro, e a ovest c’erano Antilope Bianca e Copricapo di Guerra con la loro gente mentre sull’altro versante c’era il campo arapaho di Mano Sinistra.
Quasi tutti i guerrieri erano lontani, a caccia di bisonti, com’era stato suggerito dal maggiore Anthony.
Alle prime luci dell’alba la colonna raggiunse il villaggio, poi i Cheyenne si svegliarono, videro i primi soldati e tra la gente si diffuse il panico, mentre Donna Sacra, moglie di Pentola Nera, si mise a urlare.
Pentola Nera uscì dalla sua tenda e vide i soldati che avanzavano ma, convinto delle rassicurazioni avute dal maggiore Anthony, cercò di calmare la sua gente e innalzò la bandiera americana, che gli era stata data in segno di amicizia dai soldati al momento della firma del trattato.
Quando gli fu chiaro che i soldati erano venuti per uccidere, il grande capo si scagliò contro di loro, ma alcuni suoi guerrieri riuscirono a metterlo in salvo.
Quando tutto fu finito sul campo c’erano 105 morti tra donne e bambini e 28 uomini e rimasero uccisi i capi Antilope Bianca, Occhio Solo e Copricapo di Guerra, Mano Sinistra fu ferito da una pallottola, Pentola Nera riuscì a salvarsi trovando un rifugio in un burrone e sua moglie Donna Sacra riuscì a sopravvivere.
A Washington iniziarono a nascere dei forti dubbi sull’impresa compiuta da Chivington, e quando alcune testimonianze del massacro giunsero ad alcuni giornalisti, fu nominata una corte marziale per giudicare Chivington, che però rassegnò le dimissioni.
Il governo allora nominò una commissione d’inchiesta civile presieduta da Kit Carson, che ascoltò i testimoni oculari, gli ufficiali di Fort Lyon che visitarono il villaggio, e i medici militari.
Per la commissione non ci furono dubbi, quello che successe a Sand Creek fu una strage premeditata.
Chivington tornò nell’Ohio, sua terra natale, tentando la carriera politica, e alla fine divenne un’assessore all’ordine pubblico.
In quanto a Pentola Nera, che teneva alle relazioni amichevoli con i soldati, dopo aver visto il dramma del Sand Creek capi che dell’uomo bianco non ci si poteva più fidare e, insieme a sua moglie Donna Sacra, morì quattro anno dopo nella battaglia sul fiume Washita.
Negli anni Novanta, sotto la presidenza Clinton, il Congresso degli Stati Uniti si pronunciò nuovamente sull’eccidio del Sand Creek e presentò le scuse ufficiali agli indiani.
Inoltre il presidente firmò un decreto legge che assegnava un fondo monetario per organizzare un gruppo di studio allo scopo di trovare la zona precisa dove avvenne il massacro per la costruzione di un monumento alla memoria.
Oggi parco nazionale, la zona del Sand Creek si trova a circa 40 miglia a nord di Lamar.