1627623206515 06 1280 Giovanni Leone

Una delle presidenze più difficili della Repubblica italiana…

Giovanni Leone nacque a Napoli il 3 novembre 1908, conseguì una laurea in Giurisprudenza nel 1929 e una in Scienze politiche sociali l’anno seguente.

Divenne poi libero docente in Diritto e procedura penale e nel 1933 fu incaricato dell’insegnamento della stessa materia presso l’Università di Camerino.

Nel 1935 si classificò primo nella graduatoria del concorso per la cattedra di Diritto e Procedura Penale, e insegnò nelle Università di Messina, Bari, Napoli e Roma.

Leone fu il Presidente del Gruppo Italiano dell’Association Internationale de Droit Penale e componente del Comitato Direttivo Internazionale dell’Associazione, oltre a ricevere una Medaglia d’oro al merito della cultura.

Avvocato penalista tra i più importanti d’Italia, fu l’autore di numerosissime pubblicazioni giuridiche, tradotte anche in diverse lingue straniere.

Si iscrisse alla Democrazia Cristiana nel 1944 per venire eletto solo un anno dopo Segretario politico del Comitato napoletano, fu eletto all’Assemblea Costituente della Dc nel 1946 e partecipò attivamente alla elaborazione della Costituzione, in particolare come relatore del testo sulla Magistratura.

Fu eletto Deputato al Parlamento negli anni 1948, 1953, 1958 e 1963.

Nel 1950 e nel 1953 divenne Vice Presidente della Camera dei Deputati, mentre nel 1955, 1958 e 1963 fu Presidente della stessa.

Dal 21 giugno al 3 dicembre 1963 e dal 24 giugno all’11 dicembre 1968 fu il Presidente del Consiglio dei Ministri.

Per aver illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale il 27 agosto 1967 Leone venne nominato Senatore a vita da Giuseppe Saragat e fu l’unico caso di un senatore a vita poi eletto presidente della Repubblica, fino al 2006, quando fu eletto capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Dopo una lunghissima e interminabile serie di votazioni e grazie ai voti determinanti del Movimento Sociale Italiano, la vigilia di Natale del 1971 Leone divenne il sesto Presidente della Repubblica Italiana al ventitreesimo scrutinio, con 518 voti su 1008 e prestò giuramento il 29 dicembre.

Durante la sua presidenza nominò cavaliere del lavoro Silvio Berlusconi e dovette affrontare il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro.

Il giorno prima dell’uccisione di Moro, Leone aveva deciso di concedere la grazia alla brigatista Paola Besuschio, nella speranza di salvare la vita al leader democristiano prigioniero delle BR.

Le polemiche che seguirono la vicenda portarono il Pci a chiedere formalmente le dimissioni di Leone.

Il presidente si dimise il 15 giugno 1978 con un messaggio al Popolo Italiano e il suo successore ad interim fu Amintore Fanfani, prima dell’elezione di Sandro Pertini avvenuta il 9 luglio.

Come senatore a vita Leone s’iscrisse al gruppo misto e non a quello della Dc, in polemica con il partito per il mancato appoggio nel momento delle dimissioni e si ritirò nella sua villa a Formello, vicino a Roma, ormai defilato dal mondo politico.

Giovanni Leone morì a Roma il 9 novembre 2001.