Per le celebrazioni del settimo centenario dalla morte di Dante una nuova mostra al Castello Sforzesco di Milano, fino a febbraio 2022, propone una grande eccellenza della Biblioteca Trivulziana, con la più completa collezione al mondo di edizioni della Commedia pubblicate nel primo secolo della stampa.

L’esposizione è un ideale pendant della mostra organizzata per le celebrazioni del 2015, riprendendo il tema del collezionismo dantesco e degli interessi di studio sviluppati a Milano dal XVIII secolo a oggi.

Tutto parte da Luigi Da Porto (1485-1529), singolare figura di militare e scrittore, amico di letterati come Pietro Bembo, autore di quell’Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti che, ripresa da Matteo Bandello in una sua novella, ispirò a Shakespeare il dramma di Romeo e Giulietta.

La storia di Luigi Da Porto è ambientata ai primi del Trecento nella Verona di Bartolomeo della Scala, in un’epoca che era quella della presenza di Dante in città.

Sebbene diverso, nei presupposti e nell’esito, dalla vicenda di Paolo e Francesca evocata nell’Inferno (vv. 73-142), il racconto daportiano nell’immaginazione del lettore è un potente cortocircuito che unisce Verona, Dante, Shakespeare e il mito degli sfortunati amanti.

Il nome delle famiglie dei giovani innamorati di Da Porto , Montecchi e Capelletti o Cappelletti,  ricorre nel Purgatorio (v. 106) come un riferimento alle famiglie divise da inveterate inimicizie nel contesto del conflitto tra guelfi e ghibellini.

Nel 1481 a Firenze si pubblicò a stampa per la prima volta la Commedia di Dante, nell’ambito di una complessiva celebrazione della storia civile e culturale della città in un’edizione molto impegnativa, per quanto condotta a termine con relativa celerità: di grande formato, illustrata con diciannove incisioni calcografiche di Baccio Baldini su disegno di Sandro Botticelli, e arricchita dall’importante commento di Cristoforo Landino (1425-1498).

L’esemplare conservato alla Biblioteca Trivulziana, per quanto con solo da due delle 19 incisioni previste per l’edizione, consente lo stesso di apprezzare tutte le peculiarità della Commedia fiorentina.

Delle edizioni quattrocentesche della Divina Commedia, dalla princeps terminata a Foligno l’11 aprile 1472 all’edizione veneziana stampata nel 1497, la mostra ha l’intento di raccontare l’impatto della nuova tecnica tipografica sulla diffusione dell’opera di Dante, e oltre alla passione dantesca che infiammò la colta Milano d’inizio Ottocento.

Si deve soprattutto all’attento collezionismo e alla cultura filologica di Gian Giacomo Trivulzio (1774-1831), accademico della Crusca e amico e corrispondente di Vincenzo Monti, se oggi la Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco conserva, unica al mondo, la raccolta completa delle antiche edizioni a stampa della Commedia, accanto a un prezioso nucleo di manoscritti del XIV e del XV secolo.