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Presso il Castello Sforzesco di Milano da dicembre a marzo 2022 si terrà la mostra Giallo e Noir. Dagli sceneggiati storici alle grandi serie TV: come la Rai ha trasformato in 60 anni il genere giallo e investigativo, a cura di Stefano Nespolesi e Peppino Ortoleva.

Attraverso le immagini dell’archivio di Rai Teche viene narrata la storia di un genere, il giallo investigativo, che comincia negli anni Cinquanta ma parla a tutte le generazioni, fino alla nascita del noir.

La mostra multimediale espone immagini tratte dai programmi televisivi ed è arricchita da filmati tematici realizzati da Rai Teche, mentre postazioni audio consentono di ascoltare le sigle dei programmi esposti, oltre a vestiti di scena, curiosità e memorabilia.

Nell’arco di oltre sei decenni il pubblico si è appassionato agli enigmi che venivano via via risolti dagli investigatori degli sceneggiati e delle serie Rai, ispirati a figure letterarie, come Maigret, o l’Ingravallo di Gadda, o il commissario Montalbano, e altre volte frutto di un’invenzione originale, a cominciare da tenente Sheridan.

Col passare del tempo al giallo classico si sono affiancati nuovi sotto-generi come le storie gotiche e le atmosfere del noir, mentre il bianco & nero è stato cancellato dal colore.

Per arrivare a raccontare le storie dei grandi commissari come Montalbano e Schiavone, la Rai è partita con gli indimenticabili sceneggiati degli anni Cinquanta che hanno fondato e fatto crescere il genere giallo e introdotto il noir, attraverso commissari, poliziotti, marescialli e questurini famosi.

Già nel 1954 la Rai, infatti, mandò in onda Il processo di Mary Dugan, adattamento da un giallo dell’americano Bayard Veiller, mentre la domenica sera l’Italia si fermava estasiata ad ascoltare le melanconiche note di Luigi Tenco che introducevano il grande Gino Cervi, il Maigret preferito dallo stesso Simenon.

E poi ci fu il ghigno di Ubaldo Lay nei panni del tenente Sheridan che ha inaugurato l’hard-boiled all’italiana, Lauretta Masiero-Laura Storm, il gigionesco Tino Buazzelli e la sua magistrale rappresentazione di Nero Wolfe, fino ai più contemporanei Gigi Proietti nel ruolo del maresciallo Rocca, Luca Zingaretti che ha dato al commissario Montalbano un successo internazionale e Marco Giallini che ha dato volto e anima al vicequestore Rocco Schiavone.

Una carrellata di immagini e personaggi sul genere giallo in tv, il cui enorme successo ha reso a suo tempo necessaria l’invenzione di nuove formule, soprattutto nel settore degli sceneggiati originali, cioè quelli scritti apposta per il video.

Ci sono stati autori quali Biagio Proietti, ideatore di Ho incontrato un’ombra e di Dov’è Anna?, e ancora il duo D’Agata-Bollini che con Il segno del comando ha turbato per mesi e mesi le notti di molti telespettatori.

La mostra è organizzata secondo un percorso tematico-cronologico, dove l’allestimento grafico è caratterizzato da una serie di pannelli che raccontano quel tempo con schede storico-critiche sui programmi, riproduzioni tratte dal Radiocorriere, articoli di quotidiani e riviste dell’epoca.