maccagno

Il 20 dicembre il consiglio comunale di Maccagno con Pino e Veddasca ha approvato all’unanimità la richiesta di adesione al club ideato dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per promuovere e valorizzare i centri storici e gli antichi borghi di pregio.

Nello specifico, l’amministrazione maccagnese ha candidato il Borgo di Maccagno Imperiale “per le bellezze monumentali, architettoniche e paesaggistiche che possiede può sicuramente ambire a far parte del Club ‘I Borghi più belli d’Italia’, contribuendo in tal modo a favorire e incrementare lo sviluppo turistico, economico e sociale dell’intero territorio comunale”.

Percorrendo l’alta sponda lombarda del Verbano verso la Svizzera, ci si ritrova a Maccagno, uno degli ultimi centri abitati, prima del confine di stato. Dal 2014 è diventato Maccagno con Pino e Veddasca, dopo la fusione con i due comuni vicini.

Località di villeggiatura, tra lago e montagna, dalla storia che risale ai Celti. Il panorama offre una splendida vista sulla costa piemontese e i castelli di Cannero e il profilo del Limidario con i suoi 2000 metri.

Un clima mite, che permette una vegetazione lussureggiante che si alterna ai giardini ordinati degli abitanti o delle seconde case. Il vento la fa da padrone, e negli anni è diventato un piccolo paradiso per velisti e surfisti, ma anche di chi ama scalare le montagne con una palestra naturale.

Per oltre 600 anni la storia particolare del piccolo borgo di Maccagno Inferiore (detto Imperiale) è stata avulsa alle vicende dei paesi limitrofi. Questa sua caratteristica si nota nello sviluppo particolare di case, cortili, scalette, stradicciole, viottoli in acciottolato che si stringono intorno all’antico Castello, al Palazzo Mandelli. Troviamo la torre che domina il lago, che per secoli è stata punto di riferimento dei naviganti sulle acque settentrionali del Verbano.

Da alcuni anni a settembre nelle stradine del borgo vanno in scena antiche arti e mestieri con mercatini, laboratori artistici e visite guidate.

Tra i posti più amati di Maccagno troviamo la lunga spiaggia del ronco delle monache, composta da ciottoli, apprezzata soprattutto dai sub, per la possibilità di compiere immersioni, ma anche per la presenza di un’antica edicola religiosa.

La Gabella con il suo piccolo caratteristico porticciolo e la frequentata e animata palestra di roccia naturale detta il Cinzanino.

Edifici classici, le vecchie stradine del centro storico, ben tenuto, angoli caratteristici, ma a un certo punto ci si imbatte incredibilmente una costruzione avveniristica, che rompe gli schemi della placida architettura locale, un edificio-ponte gettato sul Giona, che dal 1979 caratterizza il borgo di Maccagno. Una costruzione in stile moderno che si è integrata nel paesaggio e nei suoi elementi.

Nessuno si aspetta un edificio così, così diverso nel tradizionale lungolago del Lago Maggiore. E’ il Civico Museo Parisi-Valle, che negli anni è stato identificato come Museo-Ponte, dalla sua caratteristica struttura architettonica così particolare, data per la sua valenza simbolica, perchè unisce Maccagno Superiore e Inferiore, fino a quel momento divise dal fiume Giona.

L’idea venne nel 1977 allo stesso Parisi, artista polivalente nato proprio a Maccagno nel 1915. Attivo nella divulgazione e la valorizzazione dell’Arte Contemporanea, forte anche delle amicizie con Lucio Fontana, Pablo Picasso, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi e dei maggiori artisti del suo tempo.

Nel 1939 si sposta a Roma per frequentare il Centro Sperimentale di cinematografia, dove ha come compagno Michelangelo Antonioni. Negli anni 60′ si dedica alla ricerca visuale in diversi campi.

Tornato per una vacanza a Maccagno, rimase affascinato dalla zona, ebbe l’ispirazione di creare un museo per poter raccogliere le sue opere e quelle raccolte nel tempo, in particolare relative all’arte italiana del Novecento. In accordo con la moglie Wanda Valle, mise a disposizione la sua collezione personale.

Su indicazione dello stesso Parisi, per il progetto vennero scelti l’architetto romano Maurizio Sacripanti e dall’ingegner Giuseppe Noris di Luino. L’edificio comincia a essere costruito nel 1981 e completato nel 1998. Nel 1984 Parisi ritorna definitivamente a vivere a Maccagno, realizzando ancora diverse opere e seguendo anche tutto l’iter per la creazione del museo.

La validità dell’opera del museo-ponte è stata da subito ampiamente riconosciuta. Già nel 1992 ottiene il prestigioso “Premio Nazionale IN/ARCH”.

A oggi comprende complessivamente 2085 opere, oltre a reperti antichi e numismatici. Tra i diversi artisti presenti troviamo opere di Balla, Capogrossi, De Chirico, Fiume, Guttuso, Morandini, Arnaldo Pomodoro e anche Picasso. Dell’artista spagnolo, troviamo “Pequena guitara para Paloma”, una chitarra giocattolo realizzata da Pablo Picasso per la figlia Paloma e donata poi proprio a Parisi.