il teatro di plauto e le maschere

Tito Maccio Plauto fu uno tra i più importanti e prolifici commediografi romani e ha ispirato nel corso dei secoli numerosi altri drammaturghi, tra cui Shakespeare e Molière.

Ci sono poche certezze sulla biografia di Plauto e una grande incertezza è sul nome del drammaturgo, infatti le fonti antiche lo citano come Plautus mentre fino all’Ottocento è citato come Marcus Accius Plautus.

Si può affermare con una certa sicurezza che Plauto fosse nativo di Sàrsina, in Umbria, cittadino libero e da Cicerone sappiamo che scrisse la commedia Pseudolus nel 191 a.C.

Plauto fu un autore decisamente prolifico e, intorno al II secolo a.C. le sue opere furono selezionate e organizzate secondo i criteri filologici alessandrini, fornendo al lettore didascalie e sigle dei personaggi.

L’intervento più importante in questa direzione fu quello di Varrone, che selezionò tra le opere tramandate a nome di Plauto quelle riconosciute come autentiche.

Gli argomenti e i protagonisti attorno cui ruotano le commedie di Plauto sono molti e hanno avuto una vasta diffusione.

Il primo è il tema dei Simillimi (o dei Sosia) sullo scambio di persona e porta in scena il tema del doppio, come l’Amphitruo e i Menaechmi.

Nel finale della commedia si ha un riconoscimento sconvolgente e inatteso della reale identità di un protagonista, come nei Captivi e le beffe, più o meno bonarie, sono tra gli elementi caratteristici delle commedie plautine.

Ci sono anche i motivi dell’avventura e del viaggio, una rappresentazione caricaturale e iperbolica di un personaggio e uno dei protagonisti della commedia è un servo furbo e intelligente, pronto ad aiutare il proprio padrone a ottenere quanto desidera, come in Asinaria, Miles gloriosus e Pseudolus.

Alla base dei testi plautini si trova la contaminatio, una tecnica di scrittura dell’antica Roma che prevedeva la fusione di modelli greci per creare un nuovo e originale testo latino.

Sui canovacci greci Plauto innescò tratti tipici delle forme teatrali italiche, in particolare del mimo e dell’atellana, elementi metateatrali, come l’inserzione di messe in scena all’interno della commedia o l’abbattimento della quarta parete nei dialoghi tra personaggi e spettatori.

La maggior parte delle commedie appartiene al genere della palliata, opere di argomento e ambientazione greca, e sono caratterizzate da una vivace creatività verbale.

La lingua usata da Plauto unisce grecismi, neologismi, arcaismi, luoghi comuni e linguaggio colloquiale, senza dimenticare la comicità popolare italica impregnata di doppi sensi, allusioni e giochi di parole.