Gnocco sito Carroponte

Dal 26 al 29 maggio, continuano gli appuntamenti enogastronomici al Carroponte di Sesto san Giovanni con la Festa del Gnocco Fritto & Street Food Festival, dedicata alla cucina emiliano-romagnola, fra eccellenze del territorio ed abbinamenti inaspettati.

Saranno quattro giorni all’insegna della cucina emiliana tradizionale, tra Food Truck con tante specialità enogastronomiche regionali, tra cui birre e vini selezionati, ci sarà la possibilità di usufruire del servizio bar e ristorazione nell’area relax con tavoli o, in alternativa, del servizio d’asporto & take away.

Il festival sarà ad ingresso gratuito e si terrà giovedì e venerdì dalle 18 e sabato e domenica dalle 11 a pranzo e a cena con orario continuato.

Inoltre, non sarà necessaria la prenotazione telefonica, data l’elevata disponibilità di tavoli e coperti, ma si consiglia di arrivare presto e di approfittare anche degli orari del pranzo.

La nascita del gnocco fritto risale a poco prima della caduta dell’Impero Romano d’Occidente ed è legata all’arrivo dei Longobardi nella penisola nel 568 d.C.

Infatti furono proprio le popolazioni germaniche, con le loro usanze agroalimentari, a importare in Emilia l’ingrediente principale nella preparazione del gnocco fritto, cioè lo strutto.

Il gnocco fritto di Modena è considerato come la variante più conforme alla versione originale, ed è consumato in sostituzione del pane. realizzato con ingredienti semplicissimi come farina, sale, acqua gassata e strutto, quest’ultimo è usato sia per creare l’impasto sia nella fase di frittura. Peculiarità  di questa specialità emiliana è che l’impasto viene preparato senza lievito e, prima di essere fritta con lo strutto bollente, la pasta del gnocco fritto è stesa con un mattarello e sagomata a forma di rombi o rettangoli.

A Bologna, il gnocco fritto emiliano  diventa la crescentina, arricchita negli ingredienti da olio extravergine, lievito di birra e latte tiepido.

Le vere crescentine bolognesi si distinguono così dalle modenesi principalmente per l’aggiunta del lievito nell’impasto e hanno una forma quadrangolare, mentre la loro frittura avviene in padella con lo strutto e lontano dal fuoco.

Invece la torta fritta è la variante parmense del gnocco fritto emiliano, servita con una spolverata di zucchero e consumato a fine pasto come una vera torta o dessert.

Nonostante l’abitudine di gustare la specialità emiliana come antipasto salato insieme a salumi e formaggi si sia diffusa in queste zone, la connotazione dolce del gnocco fritto di Parma si è conservata nel tempo, dando vita a una variante che è abbinata alla spalla cotta di San Secondo, un prelibato salume della zona con aglio, pepe, cannella e noce moscata.

A nord-est c’è il pinzino ferrarese, che si distingue per l’usanza di bucherellare l’impasto con una forchetta prima di ricavarne delle forme circolari.

La tradizione che si è tramandata a Ferrara vede che dall’impasto si ricavano forme rettangolari e sottili, così da ottenere dei pinzini fritti sfogliati ricchi di bolle e ben fragranti.

Oggi lo gnocco fritto emiliano si può consumare in abbinamento con salumi, formaggi e verdure e nei contesti più svariati: dalla colazione alla cena, come antipasto o come spuntino, ma anche in sostituzione del pane.

I vini frizzanti e secchi sono quelli da assaporare con lo gnocco fritto e  la tradizione vede in primo piano i migliori Lambruschi emiliani come le etichette più idonee per accompagnarne tutti i sapori di questo leggendario piatto.